News > Malattia di Parkinson e uso terapeutico della Marijuana
Negli ultimi tempi si è fatto un gran parlare dell’uso terapeutico della marijuana e molti pazienti parkinsoniani si sono rivolti al Centro Parkinson dell’IRCCS San Raffaele Pisana chiedendo se questa sostanza potesse essere utile come integrazione alla loro terapia abituale.
Vediamo allora di fare il punto sulla Marijuana nel trattamento della MdP.
Perché dovrebbe funzionare?
I principi attivi contenuti nella Marijuana vengono chiamate Cannabinoidi (CBD). Essi agiscono su due tipi di recettori: il tipo 1, la cui attivazione sarebbe legata ad un miglioramento del tremore e dei movimenti involontari, ed il tipo 2 che avrebbe invece azione neuro-protettiva.
Perché è difficile stabilirne la reale efficacia?
Ogni qual volta che si testa un nuovo farmaco la quantità della sostanza somministrata e la modalità di somministrazione viene stabilita a priori ed è la stessa per tutti i pazienti.
Con la Marijuana invece la concentrazione di cannabinoidi varia in base al tipo di pianta utilizzata e alla modalità di somministrazione. Pertanto risulta difficile stabilire la quantità di principio attivo somministrata e di conseguenza determinarne la reale efficacia.
Sono stati effettuati studi clinici sulla Marijuana nella MdP?
Sì, sono stati effettuati alcuni studi per valutare l’efficacia della Marijuana nella MdP ma il numero di pazienti arruolati era insufficiente a determinare una adeguata potenza statistica e alcuni studi non sono stati effettuati rispettando i criteri standard delle sperimentazioni cliniche (controllati con placebo, doppio cieco).
Ecco gli studi clinici effettuati e pubblicati nella letteratura scientifica sull’argomento:
Effects of cannabidiol in the treatment of patients with Parkinson’s disease: an exploratory double-blind trial. Journal of Psychopharmacology 2014 – Studio effettuato su 21 pazienti parkinsoniani che non presentavano disturbi cognitivi e psichiatrici. I partecipanti sono stati divisi in 3 gruppi (placebo- CBD 75mg die, CBD 300 mg) e valutati per evidenziare il possibile miglioramento dell’aspetto motorio e della qualità della vita. È stato poi indagato il possibile effetto neuro-protettivo mediante dosaggio del BDNF. I risultati non hanno mostrato alcun miglioramento delle condizioni motorie dei partecipanti né differenze nei livelli di BDFN (effetto neuro-protettivo). Il gruppo di 7 pazienti trattati con CBD 300 mg mostravano un miglioramento degli indici di qualità della vita.
Cannabis (medical marijuana) treatment for motor and non-motor symptoms of Parkinson disease: an open-label observational study. Clinical Neuropharmacology 2014 – Lo studio ha incluso 22 pazienti parkinsoniani. I pazienti sono stati valutati prima e dopo 30 minuti aver fumato Marijuana per quantificare il miglioramento motorio, del dolore e del sonno. I risultati hanno evidenziato un miglioramento del tremore, della rigidità e della bradicinesia così come del sonno e del dolore.
Cannabis for dyskinesia in Parkinson disease: a randomized double-blind crossover study. Neurology 2004
Diciannove pazienti affetti da discinesie sono stati assegnati a due gruppi e trattati prima con cannabis e poi con placebo e viceversa. L’obiettivo dello studio era dimostrare un miglioramento dei movimenti involontari, delle condizioni motorie e della qualità di vita dei pazienti. I risultati hanno mostrato che la cannabis, somministrata per via orale, era ben tollerata dai pazienti ma che non induceva alcun miglioramento dei movimenti involontari né delle condizioni motorie o degli altri parametri considerati.
Quali potrebbero essere i possibili benefici dell’uso della Marijuana?
Il trattamento con Cannabis potrebbe determinare un miglioramento del dolore, dei disturbi del sonno, della perdita di peso e della nausea.
Quali i possibili rischi?
Il trattamento con Cannabis potrebbe determinare un peggioramento delle funzioni cognitive (memoria, concentrazione), dell’umore e dell’equilibrio. L’uso prolungato potrebbe poi comportare disturbi del comportamento e comparsa di allucinazioni.
In conclusione
In conclusione non ci sono dati sufficienti sia per numero di studi che per numero di pazienti trattati per considerare la Marijuana un trattamento efficace nella MdP. Mancano inoltre completamente i dati sulla sicurezza del trattamento a lungo termine.