News > Malumore? Può essere davvero colpa del tempo
Tre milioni di italiani, il 5 per cento della popolazione, reagiscono ai cambi di stagione, al variare della temperatura e ai colpi di vento con una vasta gamma di disturbi. Con l’insonnia, la spossatezza, l’irritabilità, l’ansia e l’inappetenza (le cosiddette metereopatie primarie) o con l’aggravarsi di patologie già in corso (metereopatie secondarie).
Ne parliamo con il professor Piero Barbanti, neurologo primario dell’IRCCS San Raffaele Pisana dove dirige l’Unità per le cefalee e il dolore.
Dottor Barbanti, perché l’uomo sente il clima?
In realtà non solo l’uomo, ma tutte le specie viventi sono influenzate dal clima. Sentiamo il clima perché siamo fatti prevalentemente di acqua e perché il funzionamento del nostro corpo è legato ai fenomeni elettrici. Il clima inteso come insieme di temperatura, umidità, pressione atmosferica e luminosità influenza sia “l’acqua” che “l’elettricità” del nostro corpo.
Come neurologo può aiutarci a capire le differenze tra metereosensibilità e metereopatia?
La differenza tra i due termini è quantitativa. Metereosensibile è chi è predisposto biologicamente ad avvertire i cambi climatici sul piano fisico, chi sente il tempo, mentre metereopatico è chi ha una sensibilità così spiccata verso tali cambiamenti da scatenare vere e proprie patologie. E’ colui in cui la malattia è funzione del tipo di clima.
I mali causati dal cambiamento del tempo hanno tante conseguenze, come le più banali che possono essere i sintomi influenzali, ma anche i disturbi relativi alla sfera nervosa e quindi ansia, alterazione dell’umore, mal di testa. Perché il nostro cervello è così sensibile al tempo?
Il sistema nervoso è la parte più sensibile dell’organismo. E’ il figlio più delicato ed esigente del nostro corpo. Il cervello pesa poco più di 1000 grammi ma si prende in percentuale la maggior parte del volume di sangue circolante e ne estrae la maggior parte dei nutrimenti contenuti. Inoltre, il nostro sistema nervoso è paragonabile a una nazione ad alto sviluppo industriale priva di materie prime e di fonti di energia, che deve quindi ricorrere alla importazione. In più il sistema nervoso è ricchissimo di acqua ed è di fatto un vero e proprio impianto elettrico. Quindi è il primo a sentire le variazioni climatiche. I soggetti che hanno un sistema nervoso particolarmente “scottante”, cioè ipereccitabile come gli emicranici e gli ansiosi ad esempio, ma anche le persone con particolari forme di intelligenza di tipo intuitivo, sono gli individui più esposti alle influenze climatiche. Paragonandoli a motori sono come motori di formula 1 ricchi di centraline elettroniche sensibili alle influenze esterne.
Le donne sono più sensibili ai cambiamenti del tempo?
Direi proprio di sì. La donna ha in genere una maggior sensibilità, “sente” gli eventi, ha spesso, come si usa dire, “un sesto senso”. Senza scendere in dettagli di neurofisiologia, peraltro ancora inesplorati, ha un sistema nervoso estremamente modulabile dall’ambiente esterno. La donna sente e interpreta maggiormente l’ambiente, ha più fiuto, specie nelle cose impalpabili.
Sono tutta un dolore, si dice, domani cambia il tempo. Ci sono dei consigli da dare a chi putroppo ha le articolazioni metereosensibili?
Una delle cose più frequenti, specie nelle persone più anziane, è sentir dire: ho male alle ossa, cambierà il tempo. Questo non è solo un problema ortopedico, ma anche neurologico. Il nostro sistema del dolore, che sorveglia e controlla tutto il nostro cormpo come una guarnigione difensiva, diventa più eccitabile, sensibile e va a scovare e a ricordarci le vecchie magagne (vecchi traumi, artrosi varie, osteoporosi). Non esistono putroppo in questo consigli specifici.