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Medicina rigenerativa e cellule staminali

24 Luglio 2013

A tu per tu con il luminare della ricerca mondiale Paolo Fiorina dell’Harvard Medical School di Boston

“Una branca della medicina che mira alla rigenerazione di organi o tessuti danneggiati da malattie, traumi o dal semplice invecchiamento, attraverso l’utilizzo di cellule staminali”. E’ la definizione di medicina rigenerativa fornita dal prof. Paolo Fiorina nel corso del board scientifico tenutosi ieri presso la sala conferenze del San Raffaele. Il luminare della ricerca mondiale sulle cellule staminali, affermato ricercatore e collaboratore dell’Harvard Medical School di Boston si è incontrato e confrontato con ricercatori, medici e studiosi dell’Istituto romano per tracciare lo stato dell’arte sulle cure con cellule staminali ed il loro potenziale sviluppo.

Prof. Fiorina, cominciamo dalla fine, ovvero dalla medicina del futuro…

Per anni abbiamo riparato organi danneggiati o semplicemente bloccato la progressione delle malattie con farmaci più o meno costosi. Con le cellule staminali possiamo in qualche modo andare al livello successivo, quello della rigenerazione degli organi danneggiati. Con le staminali si può rigenerare un organo danneggiato e renderlo più giovane, mentre è ancora presto per dire che si possano ricreare organi in toto anche se la strada è quella. Rappresentano indubbiamente la nuova frontiera della medicina e la concreta speranza di vincere malattie che fino a ieri parevano incurabili.

Cosa sono le cellule staminali da alcuni ribattezzate “microscopici mattoncini di ricambio del nostro corpo”?

Le Cellule Staminali sono cellule “madri” di cui non è ancora definita la funzione all’interno dell’organismo. Queste rimangono immature, finché non interviene uno stimolo che le induce a differenziarsi in cellule specializzate per adempiere ad una specifica funzione (diventare organi o tessuti). Possiedono tre caratteristiche essenziali: sono indifferenziate, capaci di auto mantenimento e di differenziamento in vari tipi di cellule adulte organo-specifiche. Possono essere classificate in embrionali (ESCs), del cordone ombelicale (CB-SCs) e adulte (ASCs).

Quale è la differenza?

Le cellule staminali embrionali derivano dalle primissime fasi della divisione cellulare embrionale e sono un perfetto esempio di cs totipotenti, cioè in grado di formare un organismo completo. Quelle adulte sono virtualmente contenute in ogni organo. Le più importanti sono le cellule ematopoietiche staminali presenti nel midollo osseo e quelle staminali mesenchimali contenute principalmente nel grasso, nel midollo osseo, nella cute e nel pancreas. Le cordonali sono tra le migliori staminali prelevabili, sicure da prelevare, di elevata qualità, vitali. Hanno caratteristiche multi potenti poiché in grado di differenziare in cellule neuronali, epatiche ed endocrine. Oggi la più accessibile fonte di cellule staminali è proprio il sangue cordonale perché per ottenerlo non bisogna mettere in atto protocolli farmacologico-sperimentali di mobilizzazione o interventi di prelievo invasivi.

Il primo trapianto di cellule staminali prelevate da sangue cordonale andato a buon fine è avvenuto nel 1988. Da allora i trapianti sono cresciuti notevolmente in tutto il mondo. Si contano oggi circa 180 sperimentazioni cliniche in corso che prevedono l’uso delle staminali cordonali per una varietà di malattie (leucemie, anemie, diabete e disordini congeniti metabolici quali per esempio l’adrenoleucodistrofia cerebrale). Come si muove l’Italia?

Punctum dolens. Raccogliamo solo il 5% del sangue ombelicale, il rimanente 95% viene buttato via. Più precisamente raccogliamo circa 28-30mila cordoni ombelicali all’anno, ma abbiamo un deficit di 60-70 mila. E un potenziale di 560mila nascite l’anno da cui attingere.

Quindi parliamo della medicina del futuro che futuro non ha?

Il cambiamento non deve avvenire solo all’interno dei laboratori. Il cambiamento deve essere in primis culuturale. E’ necessario spingere sulla raccolta e sulla donazione del cordone ombelicale perche’, se oggi vengono raccolte 28mila unita’ all’anno, di queste vengono ‘bancate’ solo il 10-12%. Infatti non necessariamente tutto il cordone che viene donato e’ poi raccolto: puo’ non rispettare alcuni parametri di qualita’ e sicurezza. Spesso poi accade che la procedura di estrazione del sangue dalla placenta non venga eseguita bene dal personale. E questa e’ una perdita per l’intero sistema.

Ritorniamo al futuro. Quali sono le aree di applicazione clinica del cordone ombelicale, le cure di oggi, le speranze per il domani?

Quella onco-ematologica, la medinica rigenerativa ed immunologica. Le patologie per cui le staminali sono la terapia standard sono oggi circa 70. La ricerca scientifica ne sta sviluppando di nuove anche per la cura di malattie degenerative come l’Alzheimer, il Parkinson, l’ictus, il diabete di tipo I, la distrofia muscolare, le patologie cardiovascolari e numerose altre malattie per le quali non esistono cure alternative.