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Non si muove e non parla, supera brillantemente un esame universitario

22 Luglio 2005

Se si ha la forza di rimettere in discussione se stessi fino a ridisegnare il proprio orizzonte intellettivo, anche l’enorme vincolo di una grave cerebrolesione può trasformarsi in una sorprendente possibilità di crescita personale. A patto, certo, di essere assistiti da specialisti capaci e altamente motivati. Succede alla Casa di Cura San Raffaele Cassino, dove uno dei pazienti ricoverati presso il reparto R.A.I. (Riabilitazione ad Alta Intesità) perché affetto dalla sindrome ‘locked-in’, ha recuperato le proprie capacità relazionali e cognitive al punto non solo da decidere di iscriversi all’università, ma da superare l’esame di Istituzioni di Diritto Romano con il punteggio di 27/30.

In effetti, la ‘Locked in’ (chiuso dentro) comporta la quasi totale perdita della motilità pur lasciando inalterate le funzioni di apprendimento. “Con questo risultato”, spiega, non senza entusiasmo, il professor Marco Sarà, responsabile della R.A.I., “il paziente è passato dall’elaborazione di un progetto (il desiderio di iscriversi all’università), che già aveva costituito un notevole passo avanti, alla sua realizzazione concreta. Per raggiungere l’obiettivo, la persona ha dovuto lavorare sodo, dimostrando capacità di concentrazione fuori dal comune. Credo che l’essere ‘chiusi dentro’, insieme alla consapevolezza del tempo che immancabilmente passa, spinga questo tipo di pazienti a dare il massimo”.