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Orthostatic Tolerance: il progetto che ha portato la ricerca scientifica del San Raffaele sulla Stazione Spaziale Internazionale con l’astronauta Paolo Nespoli

15 Febbraio 2018

I risultati dell’esperimento saranno presentati oggi per la prima volta al San Raffaele di via di Val Cannuta dal Prof. Ferdinando Iellamo

“Structured exercise training as countermeasure to space flight induced orthostatic intolerance”: questo il titolo del seminario che si terrà oggi dalle ore 12.30 presso la sala convegni del San Raffaele di via di Val Cannuta, durante il quale il Prof. Ferdinando Iellamo illustrerà in anteprima i risultati dell’esperimento del San Raffaele sull’intolleranza ortostatica di cui è responsabile scientifico.

La sperimentazione del progetto, selezionato e finanziato dall’ASI, si è svolta a bordo della Stazione Spaziale Internazionale e ha visto l’astronauta Paolo Nespoli protagonista di un programma di contromisura basato sull’esercizio fisico personalizzato determinato in base ad una nuova metodologia di allenamento, definita TRIMPi (individualized TRaining IMPulse). L’esperimento, incentrato sulla prevenzione dell’intolleranza ortostatica al rientro a terra dopo voli spaziali, prevedeva un test di tolleranza ortostatica (passaggio dalla posizione supina a quella eretta) con misurazione della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca e dei meccanismi neurovegetativi che ne sono alla base.

«Grazie alla collaborazione con NASA e con ESA – ed in particolare con il team dei medici e degli ingegneri biomedici dello European Astronaut Centre – è stato condotto a bordo un esperimento importante per la salute degli astronauti e con interessanti ritorni a terra», ha commentato Giovanni Valentini, ASI, Program Manager. Lo sviluppo di contromisure specifiche per accelerare la riabilitazione di equipaggi durante e dopo missioni di esplorazione spaziale potrebbe infatti portare ad applicazioni cliniche nel prevenire disturbi legati all’inattività, o per il recupero e la riabilitazione di soggetti con patologie dell’apparato muscolare e locomotorio come quelle riscontrate ad esempio nei soggetti allettati e con scompenso cardiaco.