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Passate le feste, arriva l’insonnia. Prof. Barbanti dell’IRCCS San Raffaele: “attenzione alla salute”

10 Gennaio 2025

L’insonnia colpisce in modo episodico il 20% degli italiani nel corso della vita e il 6-7% in forma cronica, con almeno tre episodi a settimana. Rappresenta per questo, oggi, uno dei principali ostacoli a una vita sana e produttiva. Problema che si può intensificare dopo le festività, caratterizzate solitamente da eccessi di dolci e calorie e da ritmi sonno-veglia saltati. “L’intero sistema va poi resettato sulla regolarità” spiega il Prof. Piero Barbanti, direttore dell’Unità per la Cura e la Ricerca su Cefalee e Dolore dell’IRCCS San Raffaele e ordinario di Neurologia dell’Università San Raffaele di Roma.

“L’assunzione di cibo abbondante e l’uso di alcolici, come accade nel periodo delle feste, inibiscono il naturale abbassamento di cortisolo, essenziale per un buon sonno. Così come il consumo di sostanze stimolanti, caffè, tè e altre che hanno un effetto sul sistema nervoso centrale, tra cui la teobromina, la teofillina, la guaranina, la sinefrina contenuta nell’arancio amaro, eccitano la veglia e ci si trova a dover fronteggiare disturbi del sonno e problemi di insonnia” prosegue.

“I disturbi del sonno e l’insonnia non sono necessariamente sinonimi. I primi – precisa Barbanti – comprendono, ad esempio, le parasonnie che a loro volta includono il sonniloquio (parlare nel corso del sonno), il sonnambulismo o il disturbo comportamentale del sonno REM durante il quale la persona vive il proprio sogno come se fosse il protagonista, muovendo energicamente tutto il proprio corpo.
Mentre l’insonne dorme poco e male, svegliandosi con la sensazione di non aver riposato, indipendentemente dalle ore dormite”. La causa principale dell’insonnia è l’iperveglia: in questo caso si parla di insonnia psicofisiologica, a fronte di forme di insonnia dovute a malattie psichiatriche, come ansia e depressione, a elevati livelli di stress, ad apnee notturne.

Dormire bene non è solo sinonimo di riposo, ma soprattutto di salute. “Il sonno poco ristoratore causa nell’immediato disturbi di concentrazione, attenzione e memoria, ma può nel lungo termine favorire l’invecchiamento cerebrale. Il mancato sonno” conclude l’esperto “può indurre lo sviluppo anche di problematiche emozionali-affettive, quali ansia, depressione, l’assunzione di sostanze psicostimolanti (alcool, caffè o droghe) o lo sviluppo di malattie internistiche. Dormire male è inoltre un fattore di rischio per l’obesità: è stato calcolato che a una notte insonne segue l’assunzione il giorno successivo di 300-400 chilo calorie in più rispetto all’abituale, ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari”.