• Notizie

Per saperne di più sui meccanismi della mente

1 Agosto 2005

Secondo lo studioso Jerry Alan Fodor, allievo di Chomsky, e considerato uno dei maggiori studiosi nel campo delle scienze coglitive, la mente mente ha un fuzionamento “modulare”. La teoria della mente di Fodor si muove all’interno dell’orizzonte funzionalista, ossia di quella concezione che assimila la mente a un elaboratore elettronico. Tale posizione si trova in netto contrasto con le tesi di autori come Searle, secondo le quali i computer sono in grado di manipolare sintatticamente dei simboli, ma non di comprenderne il significato. Per Fodor, la semantica è interamente riconducibile alla sintassi. A tal proposito, egli fa osservare che un programma capace di effettuare diagnosi mediche perviene a delle conclusioni servendosi di una serie di regole, anche se ignora cosa siano i sintomi, le malattie, come pure la fisiologia e la patologia umana, fornendo risposte appropriate.
Fodor si oppone però al riduzionismo eliminativista di posizioni estreme come quelle di Dennet o di Rorty, accettando l’esistenza degli atteggiamenti e degli stati intenzionali, capaci di avere un peso causale sul nostro comportamento.
Fodor considera tuttavia i fenomeni mentali, soltanto dal punto di vista quantitativo, misurabile, escludendo l’indagine sui cosiddetti qualia, gli stati qualitativi soggettivi (sensazioni, percezioni, emozioni): quegli stati che Thomas Nagel ricondurrebbe alla domanda: “Cosa si prova ad essere ciò che siamo?”
Ma l’aspetto più originale della proposta di Fodor sta nell’architettura che starebbe alla base del funzionamento della mente. L’analisi degli input viene infatti assegnata a strutture verticali (moduli) che hanno il compito di mediare tra l’output degli organi sensoriali/percettivi e i sistemi centrali deputati alle elaborazioni più complesse.
Il processo di trasformazione degli input in rappresentazioni implica una teoria computazionale della mente e quindi una realizzazione dei processi cognitivi caratterizzata da una elaborazione di tipo sequenziale. Tale paradigma si contrappone nettamente al modello connessionista che si basa invece su una elaborazione parallela e distribuita, tipica delle reti neurali.
I moduli sono determinati geneticamente: ciascuno di essi si occupa di un dominio specifico ed è collocato in una regione determinata del cervello.
Caratteristica fondamentale che contraddistingue un sistema modulare è che esso risulta computazionalmente autonomo, cioè non scambia informazioni né con le strutture centrali, né con gli altri moduli, ma segue strategie di calcolo prefissate e non modificabili. In tal modo, i sistemi di output sono in grado di operare rapidamente: essi, infatti, oltre ad utilizzare percorsi obbligati, non hanno bisogno di impiegare tempo nella valutazione delle diverse opzioni possibili.

E’ necessario a questo punto far rilevare che Fodor non ritiene che il modello modulare sia applicabile alla mente nella sua globalità; anzi, egli in più occasioni cerca di sottolineare come la modularità sia ipotizzabile soprattutto per i sistemi periferici, quelli che hanno il compito di elaborare l’informazione in modo da renderla accessibile ai sistemi centrali. Questi ultimi hanno il compito di elaborare gli insieme di credenze, ossia gli atteggiamenti proposizionali (volere, desiderare, preferire, credere…) che l’organismo adotta nei confronti della realtà, modificandoli ogni volta che le informazioni provenienti dall’esterno lo rendano necessario. I sistemi centrali, per le loro caratteristiche di complessità e di necessario interscambio reciproco di informazioni, non sarebbero pertanto compatibili con un’organizzazione strutturata per moduli.

Recentemente Fodor, pur rimanendo fedele alla concezione funzionalistica della mente, si è mostrato sempre più disponibile a riconoscere che essa non è in grado di render conto in maniera adeguata delle caratteristiche e proprietà più particolari della mente umana. Il suo sforzo si è quindi concentrato nel tentativo di stabilire i limiti, le possibilità e le prospettive future dell’approccio computazionale.