News > Pollini, inquinamento e… starnuti
Arriva la primavera e tornano le allergie. Questo il “dramma” di 9 milioni di italiani che, con le prime fioriture, si trovano a fare i conti con fastidiosi “raffreddori da fieno”. Le allergie, nel loro complesso, sono una risposta ipersensibile del sistema immunitario nei confronti di agenti estranei, gli allergeni, che possono essere rappresentati da sostanze molto diverse: pollini, polvere, spore, muffe ma anche determinati tipi di cibo, alcuni materiali, acari e altri insetti. A seconda che l’allergene sia ingerito, respirato o ci sia contatto diretto, l’allergia si manifesta in diversi modi. In particolare, le allergie da polline interessano l’apparato respiratorio e sono caratterizzate da una certa stagionalità e ricorrenza nel corso dell’anno, determinata dal ciclo delle piante che producono e immettono nell’ambiente i diversi tipi di polline, grandi quantitativi dei quali entrano nelle vie respiratorie. Nelle persone allergiche questo evento causa riniti allergiche, e in casi più gravi può dare luogo a veri e propri attacchi d’asma. Ma come ci si può difendere? Lo domandiamo al Prof. Luigi Ferri, Responsabile dell’Unità Operativa di Riabilitazione Respiratoria dell’IRCCS San Raffaele Pisana, per sapere quando dobbiamo davvero preoccuparci e far suonare il campanello d’allarme.
Professore, quali sono le cause di questa moderna malattia?
La reazione allergica è una risposta complessa determinata dall’interazione di diversi fattori, genetici, immunitari e ambientali. Tuttavia sono soprattutto gli inquinanti ad influire sull’aumento dell’incidenza delle allergie primaverili nella popolazione. Le manifestazioni allergiche rappresentano ormai un fenomeno in esponenziale aumento tra i giovani e i giovanissimi. I bambini di oggi devono infatti convivere fin dalla nascita con smog e polveri sottili: è naturale che si sensibilizzino molto presto.
Quali sono i sintomi più frequenti nei soggetti allergici?
I sintomi includono congestione nasale, prurito e lacrimazione degli occhi, infiammazione delle mucose, tosse. Possono però manifestarsi anche sintomi più pesanti come quelli caratteristici dell’asma, con difficoltà respiratorie gravi.
Perché rivolgersi all’allergologo quando si avvertono questi sintomi con cadenza stagionale?
Perché, in materia di allergie, la prevenzione ed il costante controllo del paziente, sono fondamentali per monitorarne lo stato di salute ed evitare che l’allergia diventi asma.
A quali esami sottoporsi?
Innanzi tutto alle prove allergometriche, che consentono di individuare le sostanze allergeniche, e quindi alla spirometria. La spirometria rappresenta il primo test da effettuare per valutare la funzionalità respiratoria: si tratta di un accertamento del tutto indolore in cui il paziente è invitato a respirare in un tubo di gomma connesso allo spirometro, che registra gli spostamenti dei volumi d’aria provocati dagli atti respiratori.
Esistono delle terapie efficaci?
Naturalmente, esistono terapie farmacologiche che vanno misurate sulle esigenze dei pazienti. In materia di allergie è inoltre importante cercare di evitare il contatto con la sostanza allergenica. Se questo è più facile nel caso di alcuni fattori allergenici, per quanto riguarda i pollini è assai più complicato perché significa non rimanere all’aperto durante la bella stagione, chiudere le finestre e utilizzare filtri dell’aria e sistemi di condizionamento. Si ricorre allora a farmaci decongestionanti, antistaminici e corticosteroidi nasali.