News > Presentati dal Consorzio San Raffaele i risultati dello studio condotto sui degenti del Nucleo della RSA di Andria
Trentasei i pazienti affetti da malattia di Alzheimer ospitati da gennaio 2006 presso il primo nucleo dedicato attivato in Puglia dal Consorzio San Raffaele nella RSA che gestisce ad Andria: 28 donne e 8 uomini, a conferma che la patologia, vera emergenza sociale del Paese, colpisce in maniera predominante il sesso femminile; 82 anni, l’età media. Sono alcuni dei dati presentati nel corso del workshop “Il primo nucleo Alzheimer in Puglia: l’esperienza della RSA San Raffaele Andria”, che si è tenuto presso la struttura della BAT lo scorso 4 giugno alla presenza di esperti del settore.
Lo studio condotto ha preso in considerazione lo stato funzionale globale degli ospiti al momento dell’ingresso nel nucleo Alzheimer. Le scale di valutazione utilizzate, secondo i cardini della moderna geriatria, hanno evidenziato che il 69% presentava un deficit cognitivo di grado severo, il 64,7% una significativa depressione del tono dell’umore, l’82% disturbi psico-comportamentali di grado moderato-severo, e infine il 91% dei soggetti mostrava una ridotta autonomia con elevato grado di dipendenza.
Nel corso del soggiorno in RSA gli ospiti, che hanno seguito un piano di assistenza individualizzato (PAI), sono stati sottoposti regolarmente a dei test specifici, i cui risultati hanno evidenziato un complessivo miglioramento delle loro condizioni cliniche generali. Il nucleo, con le peculiarità che lo contraddistinguono, ha permesso una rilevante riduzione dei disturbi psichici e comportamentali, oltre che un miglioramento nell’orientamento spazio-temporale, una delle funzioni maggiormente compromesse dalla malattia, e delle capacità comunicative in almeno l’83% dei soggetti.
Da segnalare anche la riduzione dello stress psichico dei caregiver, i familiari delle persone malate, dovuto non solo alla riduzione del carico assistenziale, ma anche ad un più consapevole processo di accettazione della malattia, verificatosi anche grazie alla condivisione del problema con i parenti degli altri ospiti presenti nel nucleo.