News > Prevenzione cardiologica: come ridurre i fattori di rischio
I dati forniti dall’ISTAT parlano chiaro: in Italia, circa il 45% dei 500.000 decessi che si verificano ogni anno sono di natura cardiovascolare. La mortalità per malattie del sistema circolatorio è dunque al primo posto, ed in particolare tra la popolazione adulta (35-74 anni) il 12% di tutte le morti è dovuto a malattie ischemiche del cuore e l’8% ad infarto acuto del miocardio.
Le malattie cardiovascolari rappresentano una delle cause più frequenti di mortalità e invalidità nella popolazione adulta, come ci spiega il dott. Maurizio Volterrani, responsabile del reparto di Riabilitazione Cardiologica dell’IRCCS San Raffaele Pisana
L’infarto del miocardio, l’ictus cerebrale, le arteriopatie periferiche e le flebopatie sono i disturbi più comuni.
La prevenzione rappresenta il principale strumento di lotta a queste patologie. Infatti, la possibilità che ogni persona ha di sviluppare la malattia cardiovascolare è continua, aumenta con l’avanzare dell’età e dipende proprio dal numero dei fattori di rischio; pertanto non esiste un livello nel quale il pericolo è nullo. È, dunque, estremamente importante riuscire ad identificare in anticipo le persone con elevata predisposizione alle patologie cardiovascolari, per poter svolgere una prevenzione primaria individuale. Ciò è possibile effettuando con regolarità una visita cardiologica, un elettrocardiogramma ed un ecocardiogramma. Un indicatore fondamentale, ai fini preventivi, è il “rischio globale assoluto” (inteso come primo evento coronarico o cerebrovascolare maggiore) che permette di valutare la probabilità di ammalarsi negli anni successivi, conoscendo il peso di alcuni fattori di rischio per le malattie cardiovascolari di origine arteriosclerotica, come angina pectoris, infarto del miocardio, TIA, ictus cerebrale ed arteriopatia obliterante.
Questi fattori possono essere divisi tra modificabili e non modificabili.
Tra quelli modificabili ci sono: il fumo, l’ipertensione arteriosa, l’ipercolesterolemia, il diabete, l’obesità e la sedentarietà.
Tra quelli non modificabili, invece, si evidenziano: l’età, il sesso (gli uomini sono più in pericolo delle donne, per le quali la predisposizione alle patologie cardiovascolari aumenta sensibilmente dopo la menopausa), la familiarità. E’ possibile ridurre il rischio cardiovascolare o mantenerlo a livello favorevole, abbassando il peso dei fattori modificabili attraverso uno stile di vita sano.