News > Primi giorni di lezione per gli aspiranti fisioterapisti del San Raffaele Sulmona
Più che raddoppiato il numero degli studenti che seguono il Corso di laurea in Fisioterapia al San Raffaele Sulmona, Casa di Cura convenzionata con l’Università degli studi dell’Aquila. Giovani dai 20 ai 22 anni, con studi classici e pedagogici, per diventare fisioterapisti arrivano anche da altre regioni e da altri paesi, Grecia soprattutto. Seguono le lezioni in videoconferenza dall’Università all’Aquila e fanno tirocinio al San Raffaele Sulmona. L’istruzione è appena cominciata e gli esami già sono alle porte, a metà aprile i ragazzi dovranno affrontare Anatomia e Istologia.
Quelle stesse prove che, a pieni voti, sono state superate dagli universitari del secondo anno. Nel corso del 2006 ruoteranno più di un centinaio di matricole attorno alla Casa di Cura San Raffaele Sulmona. Passione e forza di volontà caratterizza questi studenti che hanno deciso di seguire il corso di laurea per diventare fisioterapisti perché consigliati dai parenti, per passione o per scelta. Alcuni di loro, già messi a dura prova dalle difficoltà di qualche parente o familiare diversamente abile, sono pronti a misurarsi con questa realtà soprattutto per sentirsi utili. Dalle prime battute gli studenti sembrano soddisfatti.
Tra loro c’è Martina Adriani, 21 anni di Rieti, tirocinante che vuol fare la fisioterapista libera professionista. E’ consapevole del fatto che dovrà acquisire molta esperienza e cerca un rapporto umano con i suoi pazienti: “Ho delle soddisfazioni vere con loro, sincere.” Poi Silvano Valente, ventenne di Foggia, che non immaginava di trovare un ambiente così amichevole presso il San Raffaele Sulmona: “La mattina alle 7 con l’autobus, partiamo dall’Aquila per arrivare a Sulmona, ne vale la pena. Il nostro è un gruppo ben assortito, vivace, ci piace questo lavoro. L’interesse e tale che facciamo migliaia di domande ai nostri docenti e loro sono sempre disponibili. Sono dei professionisti dai quali potremo imparare davvero molto!”.
Il tirocinio si svolge a gruppi di quattro studenti, camici bianchi e cartellini gialli, i ragazzi si sentono parte di qualcosa d’importante e cominciano ad apprezzare lo studio, il rapporto con i pazienti e guardano con speranza al loro futuro lavoro.