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Problemi di vista, quando è utile l’OCT

3 Settembre 2024
OCT IRCCS San Raffaele

Cos’è la Tomografia Ottica Computerizzata (OCT)? È una procedura invasiva? E, soprattutto, provoca dolore? Questi sono interrogativi comuni che i pazienti si pongono prima di sottoporsi a questo esame diagnostico. Per fare chiarezza su questi temi abbiamo consultato la Dott.ssa Maria Tomei, oculista presso il Poliambulatorio San Raffaele Termini.

Dottoressa di che esame si tratta e perché è importante?

“L’OCT è un esame diagnostico non invasivo che utilizza l’interferometria a luce bianca o a bassa coerenza. Questo metodo impiega un fascio laser privo di radiazioni nocive, utilizzato dagli oculisti per analizzare le strutture oculari, in particolare la retina. Grazie a queste immagini ad alta risoluzione possiamo osservare la retina in dettaglio, ottenere scansioni retiniche precise ed esaminare il nervo ottico, fondamentale per diagnosticare e monitorare le relative patologie. Per le malattie retiniche, è particolarmente utile nei casi di degenerazione maculare senile, consentendo di seguire l’evoluzione della malattia e monitorare i risultati delle terapie. È importante per studiare edemi maculari, retinopatia diabetica e membrane epiretiniche permettendo di monitorare l’evoluzione di queste condizioni. Per il nervo ottico, l’esame è utile sia per la diagnosi che per monitorare il glaucoma, analizzando e misurando lo spessore delle fibre nervose.

Come si svolge e quanto dura l’esame? È necessaria una preparazione specifica?

“È un esame molto rapido che si esegue in pochi minuti. Nella maggior parte dei casi non è necessario dilatare la pupilla, il che rappresenta un vantaggio. Non essendo invasivo, può essere effettuato da tutti, comprese donne in gravidanza e pazienti con patologie cardiache o di altro tipo”.

Deve prescriverlo il medico curante oppure è possibile farlo nel corso della normale visita oculistica? 

“Solitamente viene prescritto dallo specialista se, durante l’esame del fondo oculare, rileva un problema che necessita di ulteriori approfondimenti. Può essere utilizzato anche come esame di prevenzione, soprattutto se c’è una familiarità per maculopatia o glaucoma. In questi casi, l’esame può essere ripetuto negli anni per escludere il rischio di sviluppare tali patologie. Tuttavia, durante una normale visita oculistica di routine, non viene eseguito. La visita completa con esame del fondo oculare è sufficiente e solo lo specialista richiederà questo esame se necessario o se c’è una familiarità con patologie oculari”.

Verso che età consiglia di fare un primo esame di questo tipo?

“È un esame che, in caso di familiarità, va fatto almeno una volta dopo i 50 anni. Se il risultato è negativo, si ripeterà ogni 3-4 anni per monitorare la situazione. Tuttavia, se durante una visita oculistica con esame del fondo oculare l’oculista nota qualcosa di anomalo, l’esame può essere richiesto prima. Dopo i 50 anni, lo consiglierei sicuramente come misura preventiva”.