News > Progetto PANTAMED: al via la prima fase di ricerca sul genoma coordinata dal Prof. Stefano Bonassi
Promuovere la ricerca sul genoma in Italia: questo l’obiettivo del Progetto PANTAMED, una iniziativa internazionale sulle peculiarità genetiche e di stile di vita della popolazione di Pantelleria. Il Think Tank PANTAMED, primo incontro tecnico-scientifico tra medici e ricercatori di fama internazionale nel campo biomedico, si è chiuso il 4 giugno a Marsala ed è stato organizzato dalla Mediterranean Academy of Life Sciences con il supporto del Comune di Pantelleria ed il patrocinio del Ministero della Sanità, del CNR, della Regione Sicilia assessorato alla sanità, del Comune di Marsala e di Legambiente. I risultati del lavoro svolto da clinici e ricercatori, esperti in materia di interazione tra genetica, stili di vita e insorgenza di patologie, dove la dieta e l’alimentazione rivestono un ruolo centrale, sono stati presentati dal Segretario Generale della Mediterranean Academy, Ezio Maria Nicodemi.
Tre le fasi della ricerca delineate dal comitato scientifico: la prima, prettamente epidemiologica, sarà coordinata dal Prof. Stefano Bonassi, Epidemiologo ricercatore dell’IRCCS San Raffaele Pisana di Roma ed esperto di studi di Popolazione. Questa prima parte del progetto avrà la finalità di fotografare la situazione di mortalità e morbilità della popolazione residente sull’isola di Pantelleria degli ultimi 20 anni e secondo gli studiosi potrebbe già sottolineare collegamenti statistici tra particolari evidenze di presenza o assenza di patologie e un determinato stile di vita.
«Tutto passa per un primo screening epidemiologico volto a verificare la maggiore o minore frequenza di patologie sull’isola rispetto alla media nazionale, così da potere successivamente indagare i legami di tali condizioni con peculiarità genetiche o con il caratteristico stile di vita», afferma Bonassi precisando: «Quello che risulta rilevante nel caso della popolazione di Pantelleria, oltre al dato probabile della consanguineità, è anche che all’interno di un profilo di dieta mediterranea a base prevalente di cereali, legumi, verdure, frutta, e un minore apporto di proteine animali, si è avuta l’introduzione costante nei secoli di prodotti locali, e dunque facilmente reperibili, quali capperi, origano, frutta a guscio, uva del vitigno moscato d’Alessandria, che potrebbero avere selezionato nella popolazione Pantesca particolari caratteri dell’organismo». Condizioni che, secondo la Mediterranean Academy of Life Sciences, appaiono assumere un tale ruolo di unicità da far ben sperare nei risultati della ricerca appena avviata.
Conclusa la fase epidemiologica, la seconda fase, di tipo clinico e molecolare, prevedrà l’acquisizione di marcatori genetici e non genetici da cui ottenere informazioni sui singoli individui da correlare con i dati epidemiologici raccolti nella prima fase. L’ultima, da attivare sulla base dei dati raccolti nelle fasi precedenti, attuerà specifici interventi (con prescrizioni di particolari diete o stili di vita o farmaci) su campioni di popolazione per studiare gli effetti su indicatori come longevità e qualità della vita.