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RAI 3, GEO. I cibi importanti per il cervello. Intervista al Prof. Barbanti

28 Ottobre 2015

 

In questi giorni si parla molto del rapporto che c’è tra il cibo e la nostra salute, perché è provato ormai che mangiare in un certo modo ci può aiutare a vivere meglio e più a lungo. Si parla anche dell’importanza di un ritorno alla nostra dieta mediterranea, quella che è fatta di frutta, verdure, proteine vegetali. Serve per la nostra salute e per il nostro corpo. Ma serve anche per nostro cervello? Questo tema affascinante lo vogliamo esplorare con Piero Barbanti, primario neurologo presso l’IRCCS San Raffaele Pisana di Roma.

 

Perché gli alimenti sono così tanto importanti per cervello?

Il cervello è un viscere estremamente prepotente perché non ha uno sgabuzzino dove tenere da parte le energie, deve essere nutrito costantemente ad alte necessità metaboliche. Poi il cervello deve sempre “rifare le pareti di casa”, la membrana plasmatica attraverso la quale passano ioni e sali per eccitarlo e serve manutenzione. Produce anche tante scorie e alcuni cibi consentono di fare “la raccolta differenziata”: cibi antiossidanti gli portano via prodotti del metabolismo nervoso che può creare danni.


Possiamo fare degli esempi? Quali sono le sostanze che sono fondamentali per il nostro cervello?

Innanzitutto per funzionare il nostro cervello ha bisogno zuccheri, troppo spesso criminalizzati: l’energia fondamentale arriva da lì. Però ci sono tanti studi recenti che dimostrano come addirittura alcune sostanze presenti nella dieta possano curare il cervello. Questo è il caso per esempio del resveratrolo: un polifenolo contenuto nel vino rosso e nell’uva. Finora abbiamo saputo che aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari, c’è un recentissimo studio pubblicato su una rivista importante, Neurology, dove è stato trattato un campione di soggetti con malattia di Alzheimer con megadosi di resveratrolo. E quello che hanno visto i ricercatori è che trattando questi soggetti con una malattia in fase iniziale, un marcatore della malattia, che è una proteina chiamata beta-40, anziché crollare si riduce più lentamente. Quindi come dire che ciò che è presente potenzialmente nella dieta, il resveratrolo, riesce a rallentare alcune malattie. Non è una novità, per esempio c’è l’isola di Okinawa in Giappone dove 20 persone su 100 hanno più di 100 anni, e mangiano un particolare tipo di uva, chiamata uva moscatina, che ha un altissimo quantitativo di resveratrolo. Si cibano anche di una particolare forma di zenzero, anche questo ricchissimo di resveratrolo, l’alpinia zerumbet. A dimostrazione quindi di come al cervello vadano direttamente molte sostanze presenti nella nostra dieta.


Qual è il meccanismo per cui il resveratrolo fa bene al cervello?

Il resveratrolo va a svegliare innanzitutto i geni dell’invecchiamento di successo, fa produrre delle sirtuine, che sono come un elisir di lunga vita, di buona vita neurologica, perché nel cervello che invecchia (che invecchia male) si accumula una proteina che crea delle specie di fibrille: il resveratrolo va ad impedire in qualche maniera questa produzione di “trecce”, sconvolge le vie di questo progetto empio, impedendo quindi che si accumuli amiloide.


Il famoso bicchiere di vino rosso quindi fa bene?

Se non parliamo di chi non può assumere alcol per nessun motivo, è letteralmente raccomandato. Ovviamente la quantità è un elemento cruciale: occorre assumerlo con moderazione.


Si parla anche degli effetti dell’olio extra vergine di oliva, altro cardine, pilastro, della dieta mediterranea.

L’olio extra vergine d’oliva fa due cose sostanziali; la prima: rende la membrana del neurone più morbida, perché scalza le molecole di colesterolo che sono nella sua parete. Facendo così rende più malleabile la parete del neurone, che si collega a tanti altri neuroni amici. Ma la cosa sconvolgente è che l’olio evo ha una specie di doping, una sostanza che è l’idrossitirosolo, che è il gemello della dopamina. E cosa fa la dopamina nell’organismo? Ha importanza notevolissima per la programmazione del movimento, per l’umore, per il piacere, per la gratificazione. Quindi bruschette o pinzimonio che dovrebbero essere presenti nella tavola dei mediterranei hanno di per sé un potenziale effetto euforizzante o gratificante grazie a una sostanza che è un vero e proprio farmaco nell’olio d’oliva.


Latte e formaggi: sono importanti per il cervello?

Per il cervello è molto importante una sostanza contenuta all’interno dei latticini, che è la vitamina D. Il problema è che la parte occidentale del mondo sta andando in ipovitaminosi D. Per avere vitamina D dovremmo stare 20 minuti al giorno con faccia, gambe e braccia al sole: non lo facciamo più. Cosa fa la vitamina D? non solo è un elemento critico per lo sviluppo della sclerosi multipla, nel senso che è protettivo, ma ci sono studi che dimostrano che persone giovani che trattano la sclerosi multipla con i trattamenti specifici, aggiungendo vitamina D, stanno meglio. E la vitamina D riduce anche il decadimento cognitivo e cura il mal di testa.


Sappiamo che anche il peperoncino rosso ha degli effetti importanti.

Il peperoncino rosso è usato molto nelle cliniche del dolore perché è un po’ come “levare la sete col prosciutto”: una cosa che brucia, la capsaicina, all’8%, posta su superfici per esempio col fuoco di Sant’Antonio, magari non in fase acutissima, aiuta a fare in modo che il nervo sia meno irritabile e quindi calma il dolore.