News > Rapporto annuale sull’attività ospedaliera: le malattie del cuore sono la principale causa di ricovero
Sono le patologie legate al cuore la prima causa per cui si ricorre all’ospedale. Nel 2012, su 6,8 milioni di ricoveri complessivi, 997 mila sono stati per malattie e disturbi dell’apparato cardiocircolatorio, rappresentando circa il 15% del totale complessivo delle degenze per acuti.
E’ quanto emerge dall’analisi del Rapporto annuale (2012) sull’attività ospedaliera, redatto dal Ministero della Salute, che mostra una fotografia nitida delle attività di ricovero e cura per acuti degli ospedali italiani, pubblici e privati. «In questo contesto» spiega il Prof. Alberto Galante, Resp. dell’Unità Operativa di Riabilitazione Cardiologica del Sanraffaele Montecompatri, «un ruolo fondamentale anche al fine di ridurre il tasso di riospedalizzazione a breve termine assumono le unità di riabilitazione cardiologica. Negli ultimi anni, infatti, i cicli di allenamento fisico nell’ambito di programmi strutturati di Riabilitazione Cardiologica nella fase post ospedaliera del paziente hanno assunto sempre maggiore importanza nella strategia terapeutica dell’insufficienza cardiaca».
«Presso la nostra struttura», puntualizza il cardiologo, «il maggior numero di degenze è rappresentato da pazienti post-chirurgici, pazienti rivascolarizzati coronarici o con bypass aortocoronarico. Più rari i soggetti con post-angioplastica coronarica. Poi ci sono i soggetti con sostituzione valvolare, aortica, mitralica o plastica della mitrale. Nell’ultimo periodo inoltre, con l’elevarsi dell’età media della popolazione, aumentano i casi di scompenso cardiaco». In Italia lo scompenso interessa circa l’1-2% della popolazione generale ed aumenta con l’avanzare dell’età. La sua prevalenza è infatti di circa il 5% in soggetti fra 65 e 69 anni e raggiunge oltre il 12% negli ultraottantenni. In Europa rappresenta il 5% delle ospedalizzazioni totali e interessa il 2% della spesa del Sistema Sanitario Nazionale. Il suo alto costo è principalmente causato dall’elevata frequenza di riospedalizzazioni (40% entro 12 mesi) determinate dal peggioramento dello stato di congestione, sia a livello sistemico sia a livello polmonare del paziente.