News > Risonanza magnetica mammaria con RM 3 Tesla, il focus con la dott.ssa Salzani dell’IRCCS San Raffaele
Il carcinoma mammario è il tumore più frequente in Italia, con 53.000 nuove diagnosi l’anno secondo i dati del Ministero della Salute, colpisce donne di tutte le età, ma prevalentemente quelle dai 40 anni in su. La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è di oltre il 90% per le pazienti con tumori individuati in stadio precoce.
In caso di tumore alla mammella la risonanza magnetica 3 tesla “è fondamentale per diagnosticare formazioni nodulari e valutare l’estensione del carcinoma prima dell’intervento chirurgico. Questo esame è particolarmente utile per scoprire eventuali altre localizzazioni del tumore, specialmente in certi tipi di neoplasie” ha spiegato la dott.ssa Maria Chiara Salzani, radiologa dell’IRCCS San Raffaele e specialista in RM della mammella.
In particolare “la risonanza magnetica 3 Tesla si distingue per la sua alta risoluzione che permette di esplorare l’intera mammella con precisione e consente di ottenere immagini di alta qualità e di ridurre il tempo necessario per l’esame. Il ricorso a questo esame diagnostico viene deciso dallo specialista in base alla situazione clinica del paziente. Solitamente, la RM è utilizzata come complemento ad altre tecniche diagnostiche, come esami del sangue, radiografie ed ecografie, per fornire dettagli aggiuntivi e chiarire i risultati di questi esami preliminari” spiega l’esperta.
La Risonanza Magnetica della mammella è una metodica di secondo livello che viene utilizzata secondo precise indicazioni definite dalla letteratura medico scientifica internazionale. In alcuni casi l’esame viene eseguito con l’utilizzo del mezzo di contrasto: “l’uso del mezzo di contrasto è fondamentale per individuare la neoangiogenesi ossia un processo associato alla formazione di tumori. Tuttavia, in caso di studio delle protesi mammarie per diagnosticare eventuali rotture, il contrasto non è necessario” ha precisato la dott.ssa Salzani.