News > Rita Levi Montalcini “L’eccellenza al San Raffaele”
Il premio Nobel, la casa di cura San Raffaele Velletri e l’ipocrisia del Bel Paese
«Per andare avanti nella ricerca sono necessarie capacità innovative e tecnologiche ma anche e soprattutto umane. Nei miei trent’anni negli Stati Uniti non ho mai sentito un’attenzione all’aspetto umano forte come in Italia. Non è vero quello che dicono i giornali, che siamo gli ultimi e che non andiamo avanti. Non siamo gli ultimi,siamo ancora i primi in molte cose. La Tosinvest ne è un esempio».
Sono le parole del premio Nobel Rita Levi Montalcini. Ed era il 19 dicembre 2006 quando la casa di cura San Raffaele Velletri festeggiava i 25 anni di vita al cospetto della più grande e carismatica scienziata che abbia mai rappresentato il Bel Paese. In una lettera vergata poche settimane dopo la sua visita alla struttura, indirizzata ad Antonio Angelucci la luminare scriveva: «Desidero dirLe quanto sia stata colpita ed ammirata dallo stupendo sviluppo della Casa di Cura San Raffaele Velletri che ho avuto l’onore di visitare. Come e’ troppo noto questa straordinaria attività e’ dovuta al Suo impegno personale e a quanti collaborano con Lei. In merito a questa Sua geniale intuizione oggi ne beneficiano un numero in continuo crescendo di persone bisognose di cure».
In questi giorni di lutto per la scienza e la sanità mondiale numerose sono state le dichiarazioni di esponenti delle istituzioni a tutti i livelli nella direzione di voler continuare a praticare la strada tracciata mirabilmente dalla 103enne genetista anche rispetto al lustro portato all’intelligenza italiana.
Solite parole vuote, frasi fatte. Di sola circostanza. Pura ipocrisia preelettorale. I fatti dicono ben altro.
A quella struttura dei castelli romani tanto decantata e ammirata dalla scienziata che oggi tutti omaggiano, dopo appena 4 anni da quel 2006 di festa è stato revocato l’accreditamento. Da allora è chiusa. Quella straordinaria attività enfatizzata dal premio Nobel e’ stata cancellata come appunti scritti male su un foglio di carta straccia. E delle “geniali intuizioni”, dei professionisti dal volto umano, delle persone bisognose di cure a “nessuno” e’ importato e importa nulla (vedasi il terremoto che ha travolto la sanità laziale). Quelli stessi “nessuno” che, in questi giorni, cavalcando l’onda del ricordo della scienziata torinese proclamano di volerne coltivare gli insegnamenti.
La lettera di congratulazioni scritta dalla Montalcini
I 25 anni del San Raffaele Velletri e la visita del Premio Nobel