News > RSA San Raffaele Rosa del Marganai: un rene artificiale per il trattamento dei pazienti nefropatici
Alla RSA San Raffaele Rosa del Marganai inizia oggi una nuova era nel segno dell’innovazione al servizio dell’assistenza e della riabilitazione sanitaria.
In data odierna è infatti stato attivato un nuovo servizio: il trattamento dialitico attraverso rene artificiale per i pazienti nefropatici. La scelta di offrire una simile prestazione, svolta in collaborazione con il reparto di Nefrologia dell’Ospedale “Sirai” della ASL 7 di Carbonia, nasce dalla consapevolezza che il ricorso a strutture del territorio diviene assolutamente necessario per quelle persone non più autosufficienti a causa di deficit cognitivi e fisici e non sostenute da un adeguato supporto familiare.
A sperimentare questo nuovo modello assistenziale sarà una paziente di 73 anni, ventilata, bisognosa di trattamento dialitico cui per diverse motivazioni non può essere sottoposta presso la propria abitazione.
«Si tratta di una delle prime esperienze in Italia relative alla gestione di pazienti dializzati al di fuori di una struttura ospedaliera – ha spiegato il Dott. Giorgio Mirarchi, Primario di Nefrologia – con tutti i vantaggi che da ciò ne possono derivare, sia per i pazienti sia in termini di costi. Anche se ricoverati in Residenza Sanitaria Assistenziale questi pazienti verranno seguiti dal personale del reparto di Nefrologia con periodiche visite e con accessi alla struttura ogni qualvolta se ne rilevasse la necessità, così da garantire il re-training del personale infermieristico della RSA. Il re-training è la ri-educazione alla metodica allo scopo di mantenere un livello di aderenza soddisfacente, prevenendo così eventuali complicanze ed errori».
Il personale infermieristico della RSA è stato adeguatamente preparato per la gestione di questa tipologia di trattamento dialitico. Come ha evidenziato il Dott. Giancarlo Maurandi, Direttore Operativo della RSA Rosa del Marganai gli operatori «si sono dimostrati motivati ed entusiasti nella gestione di questo nuovo percorso assistenziale, capendone l’utilità e cogliendolo come una possibilità di crescita professionale. Tutto ciò a vantaggio del benessere della persona che vive in un contesto sociale protetto ed idoneo, all’interno di una struttura accreditata con personale dedicato. Questi nuovi modelli assistenziali ci hanno permesso attraverso l’ascolto, l’incoraggiamento e la guida di aiutare le persone e le loro famiglie negli adattamenti richiesti da una nuova condizione di salute».