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San Raffaele Monte Compatri: l’arte come linguaggio di rinascita

10 Ottobre 2025

Al via il progetto “L’arte che cura” per la Giornata Mondiale della Salute Mentale

In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, la Casa di Cura San Raffaele di Monte Compatri presenta il progetto “L’arte che cura”, un’iniziativa, promossa dal Reparto di Psichiatria e patrocinata dal Comune dei Castelli Romani, che intende valorizzare l’espressione artistica come strumento terapeutico e di inclusione sociale. Il progetto nasce nell’ambito dei laboratori riabilitativi del reparto e si propone di integrare l’intervento clinico con percorsi creativi finalizzati al miglioramento della qualità della vita dei pazienti.  Secondo gli ultimi Rapporti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), World mental health today e Mental Health Atlas 2024, oltre un miliardo di persone nel mondo convive con disturbi mentali come ansia e depressione. Si tratta della seconda causa di disabilità di lungo periodo e di una delle principali voci di perdita di anni di vita in buona salute.

“L’aumento del disagio mentale negli ultimi anni” spiega il Dott. Andrea Diamanti, Responsabile della Residenza Psichiatrica del San Raffaele Montecompatri, “è stato particolarmente significativo nelle donne ma soprattutto nei giovani, la metà di tutte le malattie mentali inizia prima dei 14 anni, tendenza favorita dal diffuso uso di sostanze psicoattive in questa fascia di popolazione. Considerando le prospettive negative di questo momento storico e della presenza della barriera, invisibile ma potente dello stigma sociale, che penalizza le malattie mentali, l’arte diventa strumento di espressione, riscatto e umanizzazione”.

La pittura diventa così un mezzo privilegiato per favorire la comunicazione delle emozioni, il riconoscimento del sé e il rafforzamento dell’identità personale, accompagnando i pazienti in un percorso di consapevolezza e crescita interiore. L’iniziativa si colloca nel solco della mission del San Raffaele di Monte Compatri da sempre impegnato a promuovere un approccio multidisciplinare alla cura, che unisce competenza clinica, attenzione alla persona e coinvolgimento attivo della comunità.

“Il progetto” puntualizza lo psichiatra, “sarà coordinato dai Tecnici di Riabilitazione del reparto che accompagneranno i pazienti nella creazione delle opere, valorizzandone l’unicità e favorendo un clima di condivisione, trasformando il laboratorio espressivo in uno spazio di libertà, creatività e relazione in cui i pazienti potranno dare forma e colore alle proprie emozioni, trovando nell’arte un canale privilegiato per comunicare ciò che spesso non riesce a tradursi in parole”.

Gli obiettivi sono: offrire un canale non verbale per l’espressione dei vissuti emotivi complessi; rafforzare l’autostima e il senso di efficacia personale; stimolare dinamiche relazionali positive all’interno del gruppo terapeutico; contrastare lo stigma sociale legato al disagio psichico; promuovere l’apertura del reparto al territorio attraverso iniziative culturali e partecipative. Le opere realizzate nel corso dei laboratori saranno presentate al pubblico nel mese di dicembre, in occasione di una mostra collettiva che offrirà ai cittadini, ai familiari e alle istituzioni del territorio l’opportunità di conoscere da vicino i risultati del percorso terapeutico.