Lo sci è uno sport estremamente piacevole, che si svo

lge in ambienti altamente suggestivi, ma non deve essere preso alla leggera. Gli sforzi ai quali sottoponiamo il fisico, uniti a condizioni atmosferiche che l’alta montagna può rendere disagevoli, richiedono oltre che un grande senso di responsabilità anche
un profondo rispetto per il proprio organismo. Ignorare i segnali che questo invia
(stanchezza, dolori muscolari, sensazione di freddo, fame, ecc…) espone a rischi inutili, spesso evitabili con una sosta o con, un’adeguata protezione. Al di là di quanto possa suggerire il buon senso, infatti, ci sono ampie evidenze scientifiche che dimostrano come il
casco sia un mezzo di prevenzione molto efficace nel ridurre il rischio di trauma cranico.
Ma vediamo più da vicino le statistiche degli infortuni.
Sono gli uomini a incappare più spesso in incidenti sui campi da sci; il momento più pericoloso è il
fine settimana, quando le piste sono più affollate; al contrario di quanto si può pensare, il maltempo non influisce sugli infortuni, che avvengono quasi sempre in condizioni di visibilità buona.
Sono queste le conclusioni cui si arriva leggendo i dati forniti da CONI, Polizia di Stato e Istituto Superiore di Sanità possiamo attenderci in Italia circa
30.000i ncidenti/anno causati dalla pratica di sport invernali; tra questi 1.500 circa richiedono assistenza in ricovero ospedaliero (il 5 per cento).
Lo sci è uno sport che può essere praticato con soddisfazione a tutte le età, tuttavia le peculiarità di questa attività sportiva che tende ad impegnare il fisico sia per le sollecitazioni al quale è sottoposto, sia per le condizioni atmosferiche nelle quali spesso si pratica e sia per la quota ove si può sciare, fanno si che le piste vengano frequentate in prevalenza da soggetti giovani.
Il tipo di incidenti e le lesioni osservate mettono in luce l’importanza di un’adeguata preparazione fisica nell’affrontare una giornata sugli sci. Mentre in termini assoluti in tutte le età vi sono più infortuni nei maschi che nelle femmine, in termini relativi la distribuzione degli infortuni per età nei due sessi appare molto simile tanto che per entrambi i sessi tra i 10 e i 49 anni avviene circa l’80% degli incidenti segnalati (esattamente il 77,2 e 80,4% degli incidenti rispettivamente per i maschi e per le femmine). Non a caso l’Istituto Superiore di Sanità ha attivato, con la collaborazione degli enti locali un sistema di sorveglianza degli incidenti che accadono sulle piste da sci (Sistema SIMON: Sorveglianza degli Incidenti in MONtagna). Tale sistema è stato ideato per cercare di far luce su un fenomeno che potenzialmente può riguardare diversi milioni di persone che ogni anno si recano sulle piste di sci e si espongono, quindi, ad un’attività fisica che, per quanto piacevole, rappresenta un momento di stress per il fisico sia dal punto di vista traumatico che ambientale.
Un dato importante è che il numero di incidenti è correlato strettamente al numero di passaggi registrati agli impianti (R2=0,98) e questi al numero di persone presenti sulle piste, com’e facile immaginare un quota rilevante di incidenti avviene durante il weekend (37,3%), in particolare la domenica e nelle fasce orarie di maggior afflusso. Si osservi che tra le 10:30 e le 16:30 sono stati registrati l’85,4% degli infortuni; da rilevare che 1/3 del totale degli interventi si è verificato nelle due ore tra le 11:30 e le 13:30.
Nell’80% dei casi l’attrezzo utilizzato dai soggetti infortunati è lo sci, mentre solo nel 15.7% lo snowboard (altri mezzi utilizzati, come bob e slittino, rendono conto di un residuale 4.7%). Esistono poi differenze tra i due sessi: nelle donne la quota degli infortuni con lo snowboard è assai più ridotta: 11.2% contro il 19.4% nei maschi. Ovviamente questi dati riflettono il fatto che lo sci è di gran lunga l’attrezzo più utilizzato.