Centro di Riabilitazione Equestre – Viterbo

Presso il Centro di Riabilitazione Equestre, dotato di ampi spazi funzionali e di un maneggio circondato da ulivi secolari, viene utilizzata con successo la Riabilitazione Equestre, che riveste un ruolo importantissimo nelle attività portate avanti dal centro di recupero.

Le attività sono svolte con il supporto tecnico dell’Associazione Sportiva Dilettantistica AREDA.

La riabilitazione equestre viene praticata in modo integrato: il Centro è dedicato a persone con disabilità che, grazie all’inserimento in gruppi di giovani normodotati, con i quali esiste un profondo scambio di lavoro e di amicizia, raggiungono ottimi risultati nel miglioramento dei rapporti interpersonali, facilitando così il loro reinserimento nel mondo esterno.

Il Centro equestre si è strutturato nel rispetto dei dettami delle Linee Guida nazionali per gli Interventi Assistiti con gli Animali cui fanno riferimento le nuove normative in merito alla formazione ed alla costituzione dell’elenco dei centri e degli operatori (Decreto del Commissario ad Acta 9 marzo 2016, n. U00070 relativo al Recepimento delle Linee Guida nazionali per gli interventi assistiti con gli animali (IAA) e approvazione disposizioni regionali attuative secondo quanto stabilito dalla Conferenza Stato-Regioni del 25 marzo 2015).

Il 30 ottobre 2019 ha ottenuto dalle autorità sanitarie competenti il Nulla Osta all’erogazione di Interventi Assistiti con Animali ed è inserito negli elenchi della Regione Lazio come centro autorizzato.

Gli operatori hanno conseguito i titoli necessari per essere iscritti negli elenchi nazionali e regionali per gli Interventi Assistiti con Animali.

Sono state perfezionate le procedure operative per gli interventi riabilitativi e quelle per il benessere degli animali coinvolti.

La riabilitazione equestre integrata

La riabilitazione equestre viene praticata in modo integrato: il Centro è dedicato a persone con disabilità che, grazie all’inserimento in gruppi di giovani normodotati, con i quali esiste un profondo scambio di lavoro e di amicizia, raggiungono ottimi risultati nel miglioramento dei rapporti interpersonali, facilitando così il loro reinserimento nel mondo esterno.

Il Centro equestre si è strutturato nel rispetto dei dettami delle Linee Guida nazionali per gli Interventi Assistiti con gli Animali cui fanno riferimento le nuove normative in merito alla formazione ed alla costituzione dell’elenco dei centri e degli operatori (Decreto del Commissario ad Acta 9 marzo 2016, n. U00070 relativo al Recepimento delle Linee Guida nazionali per gli interventi assistiti con gli animali (IAA) e approvazione disposizioni regionali attuative secondo quanto stabilito dalla Conferenza Stato-Regioni del 25 marzo 2015).

Il 30 ottobre 2019 ha ottenuto dalle autorità sanitarie competenti il Nulla Osta all’erogazione di Interventi Assistiti con Animali ed è inserito negli elenchi della Regione Lazio come centro autorizzato.

Gli operatori hanno conseguito i titoli necessari per essere iscritti negli elenchi nazionali e regionali per gli Interventi Assistiti con Animali.

Sono state perfezionate le procedure operative per gli interventi riabilitativi e quelle per il benessere degli animali coinvolti.

Il principio dell’integrazione è dunque cardine della filosofia del Centro. I pazienti che frequentano il maneggio, nel corso dell’anno sono protagonisti, con il ben noto “Carosello del San Raffaele Viterbo”, (già Carosello di Villa Buon Respiro) di molti eventi e manifestazioni equestri.

La riabilitazione equestre rappresenta dunque una base concreta per una possibile reintegrazione dei disabili, grazie all’ausilio del cavallo. Nel maneggio del Centro di Riabilitazione Equestre vivono in libertà docili cavalli di razza avelignese, utilizzati per le terapie e le lezioni di equitazione e attacchi, alcuni minipony utilizzati per i bambini più piccoli e alcuni asini utilizzati per l’onoterapia.

Il lavoro integrato

Chiunque abbia la possibilità di assistere di persona al “Carosello del San Raffaele Viterbo” o di vederne un filmato, può notare subito che tra i cavalieri vi è un affiatamento e un rapporto straordinario fondato sull’uguaglianza. Insieme formano una squadra in cui ognuno di loro sa che il proprio ruolo, al pari di quello degli altri, è determinante al fine della perfetta esecuzione di ogni figura. Quindi sono tutti importanti, nessuno escluso e questo li rende una cosa sola, un “gruppo”. Lo scopo del Centro è quello di mantenere sempre attiva e positiva la dinamica del gruppo.

Oggi tutto questo avviene spontaneamente rispetto ai primi tempi perché coloro che si avvicinano adesso al maneggio non hanno più pregiudizi verso i ragazzi del San Raffaele Viterbo. Grazie all’esperienza del passato non sono più considerati “diversi” o “più deboli”, ma semplicemente ragazzi – forse un po’ meno fortunati – che hanno diritto ad avere la stessa possibilità, che tutti gli esseri umani hanno, di esprimere le proprie potenzialità. Gli allievi esterni (bambini dai 6 anni in su) si inseriscono facilmente in una situazione rassicurante e gli stessi genitori entrano subito nella filosofia integrata del Centro. Tutti vengono accolti con affetto e disponibilità ma anche con professionalità e organizzazione, superando rapidamente il disagio che la naturale diffidenza reciproca generava invece nei primi anni.

All’inizio, i ragazzi della città di Viterbo, furono invitati a frequentare il Centro non per la riabilitazione equestre o per l’equitazione ma semplicemente per aprire le porte al mondo esterno, dando modo così ai ragazzi in cura presso il centro di riabilitazione di entrare a contatto con la “normalità”. Hanno iniziato a montare a cavallo tutti insieme, coltivando così un interesse comune. Questa condivisione ha determinato negli ospiti della casa di cura la nascita di nuovi e sconosciuti stimoli, grazie ai quali, anche in virtù del mero spirito di emulazione, sono riusciti a compiere dei progressi importanti non solo nell’equitazione ma soprattutto in molti aspetti del comportamento.

Riuscire a far parte del gruppo dei “ragazzi del carosello” è per tutti il punto di arrivo, la meta da raggiungere. Questa filosofia caratterizza tutta l’attività del maneggio: i ragazzi che si esibiscono e che nelle uscite rappresentano il lavoro del Centro, sono solo una parte del “gruppo” che in realtà è formato dagli oltre 250 ragazzi che lo frequentano. Tutti ne fanno parte e tutto si fa insieme: terapia, gioco, lavoro, cura dei cavalli costituiscono un unico inscindibile percorso verso l’integrazione e l’autonomia. Un elemento basilare è quello di permettere a ciascuno di provare, di esprimere le proprie capacità e spesso è possibile così scoprire doti insospettate e la strada giusta per intervenire. Applicando questa semplice metodologia si sono evidenziati significativi risultati.

Riabilitazione equestre per soggetti con handicap psichico

Dopo il Congresso Internazionale di Amburgo del 1982, sono state definite tre fasi attraverso cui si articola l’attività di riabilitazione equestre: Ippoterapia, Rieducazione attraverso l’Equitazione e il Volteggio, Equitazione Presportiva.

Anche per noi è necessaria questa suddivisione ai fini della valutazione degli obiettivi specifici di ogni soggetto. (da “Principi pratici di Riabilitazione Equestre” del professor Massimo Papini e della professoressa Anna Pasquinelli).

Ippoterapia

L’ Ippoterapia è la fase del primo approccio con il cavallo, ma negli handicap psichici gravi non è richiesta la partecipazione attiva del soggetto. E’ infatti il cavallo stesso che con la sua andatura ritmica e modulabile, il suo carattere docile ma mai passivo, si presta alla rottura degli schemi patologici: movimenti stereotipati, isolamento, rigidità posturale e aggressività. E’ utilizzata per coloro che più o meno passivamente, si avvicinano e/o accettano di montare a cavallo e che durante l’attività lasciano la possibilità all’operatore di entrare in rapporto con loro. Può essere integrata, dove è possibile, da momenti a terra volti all’accudimento del cavallo.

Rieducazione equestre, praticata come riabilitazione integrata

Richiede un approccio attivo al mondo del cavallo e dell’equitazione, un mondo che si presta in maniera straordinaria all’educazione e/o rieducazione di tutte le aree cognitive, relazionali e psicomotorie. E’ infatti ricco di situazioni sfruttabili dall’operatore: pensiamo per esempio alla cura dei finimenti e alla pulizia del cavallo per le prassie e le abilità manuali in genere, ma pensiamo anche alla relazione e comunicazione con il cavallo stesso, fatta di gesti e sensazioni così primitive eppure alla base dei normali rapporti interpersonali. Poiché questa fase raccoglie una tipologia di casi con competenze e capacità spesso molto diverse tra loro abbiamo sentito l’esigenza di dividerla in due momenti distinti: uno di avvicinamento all’equitazione e l’altro di apprendimento dell’equitazione con l’obiettivo finale del controllo del cavallo e della guida autonoma.

Avvicinamento

  • Area cognitiva: Conoscenza delle principali parti anatomiche del cavallo, dei finimenti e degli strumenti di pulizia e cura
  • Area relazionale: Riconoscimento dell’individuo “cavallo”, differenziazione dei “se”, rispetto
  • Area della motricità: Educazione e controllo della motricità fine, tramite la cura del cavallo e dei finimenti, globale
  • Area del linguaggio: Comprensione e produzione di nomi di oggetti e di comandi semplici

Apprendimento

  • Area cognitiva: Lavoro sulla conoscenza corporea, sul riconoscimento di figure, movimenti complessi; lavoro e giochi a terra per verificare e fissare quanto appreso
  • Area relazionale: Lavoro in gruppo (riprese), riconoscimento del compagno e lavoro differenziato. Comportamento attivo con il cavallo
  • Area della motricità: Lavoro sul tono muscolare, sull’equilibrio, sul ritmo. Lavori sull’acquisizione corporea di posture e movimenti semplici e complessi
  • Area del linguaggio: Comprensione e produzione di comandi semplici e complessi

Pre-sport

L’equitazione intesa come disciplina sportiva e precisamente come preparazione alla partecipazione dei ragazzi al carosello equestre. E’ la fase nella quale il soggetto deve sviluppare la consapevolezza dell’equitazione come disciplina sportiva con tutto ciò che questo comporta: la prestazione, la competitività, ma anche un rapporto speciale col cavallo e l’inserimento a pieno titolo in riprese e lavori di maneggio con normodotati, contatto col mondo esterno.

Carosello del San Raffaele Viterbo

Il principio ispiratore del Centro trova la sua migliore espressione nei semplici versi del poeta americano Douglas Malloch (1877-1938)…

Il meglio
Se non potete essere un pino sulla vetta del monte, siate un arbusto nella valle, ma siate il miglior piccolo arbusto sulla sponda del ruscello. Siate un cespuglio se non potere essere un albero. Siate un sentiero se non potete essere una via maestra. Se non potete essere il sole, siate una stella. Non con la mole vincete o fallite.
Siate il meglio di qualunque cosa siate.

Il Carosello del San Raffaele Viterbo è uno spettacolo equestre, di buon livello tecnico, unanimemente apprezzato a livello nazionale, eseguito dagli allievi disabili e non del Centro (16 a cavallo e 2 con il calesse), i cavalli sono tutti di razza haflinger allevati e addestrati dagli stessi operatori. Le coreografie sono ideate dall’Istruttore Mauro Perelli che sin dagli inizi ha seguito la nascita e lo sviluppo del maneggio e dell’attività equestre. Le figure sono accompagnate dalla musica scritta appositamente dal compositore Gabriele Campioni.

Da un punto di vista riabilitativo rappresenta l’obiettivo raggiunto ed anche l’inizio di un nuovo percorso ricco di possibilità di crescita: è il momento in cui i pazienti possono partecipare a eventi sportivi veri e propri. Infatti chiunque pratichi uno sport ha bisogno di un obiettivo. Al maneggio del San Raffaele Viterbo l’obiettivo che accomuna tutti è quello di entrare a far parte del gruppo del carosello. Perché il Carosello? Il metodo basato sull’integrazione e l’uguaglianza implica pari opportunità per tutti, nessuno escluso. Il motto del centro è per l’appunto: “a cavallo siamo tutti uguali”.

L’appartenenza al gruppo del Carosello crea una solidarietà di fatto tra i suoi membri, poiché per una perfetta riuscita dell’insieme delle figure, tutti si impegnano e si aiutano a vicenda. E’ un atteggiamento che scaturisce naturalmente in ciascuno di loro dato che tutti sono arrivati a questo livello percorrendo lo stesso iter formativo. I pazienti più bravi dal punto di vista della tecnica equestre ma anche ad un livello più avanzato nell’autonomia personale e sociale raggiunta, partecipano alle trasferte in tutta Italia come protagonisti del carosello insieme ai loro compagni normodotati. (Fieracavalli Verona, Piazza di Siena, ecc…).

In questa fase gli operatori possono testare le abilità raggiunte dai pazienti e, nel caso in cui si evidenzino delle difficoltà, concentrarsi sul trasferimento e la generalizzazione delle competenze raggiunte. Gli scopi principali sono: divulgare la riabilitazione equestre e la sua efficacia mediante la partecipazione a manifestazioni e spettacoli equestri; portare il ragazzo disabile a contatto con il mondo esterno per il suo reinserimento; valorizzare la filosofia dell’integrazione caratteristica del metodo del Centro; stimolare l’interesse e la partecipazione degli utenti del C.R.E.”

IL CAROSELLO EQUESTRE DEL SAN RAFFAELE VITERBO

Attacchi, attività per i più piccoli

Per rispondere alle molteplici e diverse esigenze e per affrontare in modo sempre più specifico e individualizzato ogni necessità dei pazienti, si utilizzano anche cavalli di statura normale, mini pony e asini ed anche attività differenziate

Oltre all’equitazione viene svolta presso il centro anche la disciplina degli “attacchi” rivolta a tutti coloro che non hanno la possibilità di salire a cavallo e per avvicinare i più piccoli. Vengono utilizzati due piccoli calessi, di cui uno adattato a facilitare l’accesso a persone con problemi motori, tirati da pony schetland, e un calesse regolarmente attaccato ad uno degli avelignesi. Nel carosello, negli ultimi anni è stato inserito anche un attacco, un elegante calesse di legno, definito con termine inglese “gig”, in quanto anche questa disciplina viene praticata con entusiasmo da molti ragazzi del centro.

Per i più piccoli

Da alcuni anni, presso il C.R.E. è iniziata un’attività, rivolta esclusivamente ai pazienti più piccoli, di avvicinamento al cavallo attraverso il gioco, in compagnia di minipony shetland, più adatti grazie alle loro dimensioni. Questo consente ai bambini di effettuare un percorso di preparazione alla conoscenza del cavallo, della sua gestione e alla messa in sella, che li renderà ottime amazzoni e ottimi cavalieri.

I cavalli

Un aspetto molto importante dell’attività di riabilitazione equestre che spesso passa in secondo piano è quello relativo al lavoro di preparazione del cavallo che si utilizza. Nell’esperienza del San Raffaele Viterbo un grande contributo al raggiungimento degli obiettivi è dato senza ombra di dubbio dall’uso del cavallo avelignese o haflinger e dalla cura dedicata al suo addestramento. Il primo esemplare è arrivato per caso, ma nel tempo l’adozione di questa razza è diventata una scelta ben precisa e meditata. Le sue caratteristiche fisiche come l’altezza, la morfologia, i colori, la resistenza e quelle caratteriali come la disponibilità, la docilità, la versatilità, la simpatia, il sangue freddo ed altre ancora sono determinanti strumenti di lavoro.

Inoltre vi è la convinzione che per dare il meglio anche i cavalli debbano stare bene sia fisicamente che psichicamente. Il cavallo è un animale nato per essere libero, ha bisogno di spazio e vivendo in un modo che asseconda le sue naturali esigenze è più sereno di un cavallo che vive in un box in scuderia; questo ci sembra un fattore fondamentale. Si è riscontrato che, avendone la possibilità, è preferibile lasciarli in branco e al pascolo.

L’osservazione delle dinamiche del branco, delle gerarchie, amicizie e insofferenze semplifica il lavoro in ripresa: sei, otto cavalli in una lezione, possono stare insieme senza problemi. Anche la formazione del carosello è studiata proprio in base alle amicizie tra i cavalli del branco.

Per tutte queste ragioni si è deciso di intraprendere la strada dell’allevamento per fare in modo che i puledri possano nascere, crescere ed essere addestrati secondo i principi del Centro sin dalla nascita: i cavalli non devono conoscere la violenza e l’abbandono bensì vedere nell’uomo un amico affidabile e riconoscente per tutto quanto questi “terapisti straordinari” fanno per lui.

I cavalli di razza Haflinger

 

Forse non tutti sanno che…

…al San Raffaele Viterbo durante la pausa scolastica i bambini possono frequentare il maneggio per tutta la settimana dal lunedì al venerdì dalle 8:00 alle 18:00. Questo progetto che prende il nome di “Vita di maneggio” ha lo scopo di offrire ai bambini dagli 8 anni in su una full immersion rivolta a conoscere da vicino e partecipare attivamente alla vita che si svolge in maneggio, dalla cura degli animali alla pulizia degli ambienti in cui vivono, dalle lezioni di equitazione a quelle di attacchi, dalla tolettatura delle criniere e delle code fino alla possibilità di vedere il lavoro del maniscalco, dai giochi con i pony al momento in cui i cavalli tornati nei loro paddock si avviano lentamente al pascolo.
I bambini di oggi che vivono in una mondo super tecnologico hanno così la possibilità di confrontarsi con una realtà completamente diversa e autentica.

…al San Raffaele Viterbo gli animali vivono al pascolo e hanno a disposizione circa 20 ettari di oliveto. Le piante, circa 1300, di varie razze ed età, alcune secolari altre più giovani, sono potate e tenute in ordine ma mai inquinate da alcun trattamento chimico e neppure biologico. Il concime viene fornito e distribuito direttamente in modo spontaneo dagli ospiti che abitano sotto le loro chiome, cioè dai cavalli e dagli asini. Le olive si raccolgono nel mese di novembre e si produce un olio extravergine di oliva naturale, squisito, dal sapore unico. In quei giorni si fa una settimana di festa dell’olio e tutti i ragazzi del San Raffaele Viterbo sono invitati a partecipare per un giorno alla raccolta e poi ad assaggiare l’olio appena spremuto sul pane fresco.
Il ricavo dell’olio venduto viene utilizzato per l’acquisto dei finimenti e delle attrezzature utilizzate per la riabilitazione equestre.

…al San Raffaele Viterbo vivono asini di razze in via d’estinzione: l’asino amiatino, originario del Monte Amiata, altezza al garrese cm 120 – 140 e l’asino sardo, altezza cm 80 – 100. Nel centro sono entrambi utilizzati per l’onoterapia (onos in greco vuol dire asino). L’asino è un animale tranquillo, calmo, curioso e attento a ciò che lo circonda e a chi gli sta vicino. Non trasmette ansia, anzi la sua calma è contagiosa, non fa mai movimenti bruschi che possono spaventare chi lo avvicina. E’ molto indipendente e nella relazione con l’uomo la sua gestione non presenta particolari difficoltà, anzi tende ad interagire in modo spontaneo lasciando al terapeuta la funzione di mediatore piuttosto che quella di gestione dell’animale. L’asino domestico è un animale frugale, robusto e intelligente, ottimo da compagnia, si adatta alle più svariate condizioni ambientali ed è poco esigente nell’alimentazione. E’ in tutto il mondo usato come animale da soma, da tiro e da sella, impara la strada e sa ripercorrerla da solo. Caratteristiche fisiche sono le sue grandi orecchie, gli zoccoli alti e la criniera corta e dritta. La coda ha la forma di un pennello. Il mantello è grigio con il pelo addominale chiaro e sul dorso una riga mulina crociata. Molto resistente al passo e al trotto, galoppa meno frequentemente. Il suo verso è il raglio usato come espressione di saluto e richiamo. Può vivere anche fino a 40 anni.

… al San Raffaele Viterbo gli animali vivono il più possibile secondo le loro naturali inclinazioni ed abitudini affinché sia garantito il loro benessere psico-fisico. Questo è un bene per loro ma anche per gli operatori che non solo hanno a disposizione cavalli equilibrati e ben disposti ma anche molti spunti educativi da condividere con i frequentatori del Centro. Il benessere degli animali è tenuto in grande considerazione nel rispetto del loro modo di vivere in natura. Gli animali anziani, che hanno lavorato per tanti anni volenterosamente, finiscono i loro giorni al pascolo, coccolati da persone che con loro sono cresciute, migliorate, che li hanno avuti a fianco nel lavoro.

Il maneggio e la scuola di equitazione

Nato per accogliere i pazienti del San Raffaele Viterbo il maneggio è un vero e proprio “reparto” della casa di cura. Dal 1988 è aperto anche ad utenti esterni che lo frequentano allievi per l’equitazione e che lavorano fianco a fianco con i compagni disabili. Si è voluto realizzare un ambiente non medicalizzato ma protetto in cui siano banditi i comportamenti pietistici ed emarginanti e gli atteggiamenti che rendono il disabile non adeguato all’integrazione stessa.

Tutti gli utenti disabili, vengono inizialmente seguiti in modo individuale da un operatore-istruttore, per poi, ognuno con i propri tempi, essere inseriti in un piccolo gruppo integrato di 4 – 6 allievi. Dal 2005 l’Associazione Sportiva Dilettantistica AREDA , già “Amici del San Raffaele”, è affiliata alla Federazione Italiana Sport Equestri per la riabilitazione equestre e per gli sport equestri integrati.

Il Centro equestre offre diverse opportunità ai bambini che possono iscriversi ai corsi invernali che si svolgono da metà settembre a metà giugno come l’anno scolastico oppure estivi settimanali. Gli allievi sono distribuiti in lezioni di vari livelli che accompagneranno i più appassionati ad approdare al gruppo dei ragazzi del Carosello.

Vi è anche la possibilità di frequentare i corsi estivi, durante la pausa scolastica, in cui si offre ai bambini una settimana di “vita di maneggio”, una full immersion rivolta a conoscere da vicino e partecipare attivamente a tutte le attività sportive e non che si svolgono in maneggio.

Gli adulti possono invece acquistare un pacchetto di lezioni da prenotare di volta in volta.
Il maneggio è dotato di 5 campi in sabbia di varie dimensioni, 3 sellerie e una rimessa per gli attacchi, una club house, un piccolo bar, un’area coperta polivalente, percorsi di campagna per le passeggiate.

Ecco una carrellata di immagini del Maneggio:

Onoterapia: la riabilitazione con l’asino

L’onoterapia al San Raffaele Viterbo si pratica fin dal 2005: in quell’anno il Centro di Riabilitazione Equestre ha avviato, con la collaborazione della Dr.ssa Patrizia Reinger dell’Istituto Fatebenefratelli di Genzano di Roma, un progetto sperimentale di riabilitazione con l’asino (onoterapia), simpatico e generoso equino provvisto di grandi potenzialità comunicative e di altrettanto ottime doti quali affettuosità, curiosità stimolante, ricerca di interazione, che è stato proposto ai nostri pazienti.

Il progetto nasceva dell’esigenza di offrire una nuova attività riabilitativa a quei pazienti del San Raffaele Viterbo che presentavano difficoltà di relazione, attenzione, aggressività ed eccitabilità e che causa della loro patologia non potevano lavorare con il cavallo. Grazie ai risultati positivi che sono stati registrati, oggi l’onoterapia è regolarmente a disposizione dei pazienti e inserita in molti progetti riabilitativi.

Come l’intervento riabilitativo con il cavallo, anche quello con l’asino, seppur attraverso un percorso diverso, è finalizzato al recupero e/o allo sviluppo di:

  • capacità di relazione interpersonali semplici e complesse che implicano al loro interno motivazione, apertura all’esperienza e controllo delle funzioni emozionali;
  • competenze tecniche riguardanti le funzioni della memoria, psicomotorie, cognitive, linguistiche, muscolari.

Sulla base dell’esperienza passata si è potuto verificare come l’onoterapia sia indicata per i pazienti con un eccessivo discontrollo degli impulsi a prescindere dalla gravità del deficit cognitivo o motorio. In questi casi costituisce la terapia assistita di elezione così come nei pazienti con gravi deficit sensoriali o grosse difficoltà affettivo relazionali. Infatti si rivolge a una utenza che spesso esprime un disagio o un malessere sul piano dell’adattamento, della socializzazione, del comportamento, dell’affettività. I pazienti affetti da disturbi che coinvolgono la sfera affettiva e relazionale sono quelli che più possono avvantaggiarsi di un lavoro con gli asini che, per loro natura, richiedono il contatto e sono empatici, caratteristiche che rendono più facile una interazione affettiva facilitando il recupero della comunicazione spontanea.

L’onoterapia prevede un percorso costituito da alcuni steps:

Avvicinamento e contatto: si inizia con un lavoro individuale incentrato prettamente sul contatto con l’animale e l’operatore;
Interazione con l’asino: si inseriscono gradualmente anche semplici esercizi che insegnano al paziente la gestione dell’asino (pulizia, conduzione con la lunghina, ecc);
Capacità di ottenere risposta alle proprie richieste: si propongono infine giochi collettivi, percorsi di vario tipo e difficoltà con barriere a terra, birilli, ostacolini, conduzione con le redini lunghe. A questo punto si lavora in gruppo per allargare il rapporto a tre anche a pari ed operatori.

Tanto Il lavoro con il cavallo quanto quello con l’asino permettono di raggiungere obiettivi analoghi con persone che manifestano fragilità diverse: qualunque intervento riabilitativo infatti tende al conseguimento della massima autonomia sociale e personale possibile, al miglioramento della propria autostima, al potenziamento della comunicazione e del contatto con l’altro da sé.

Un pò di storia

Il Centro di Riabilitazione Equestre nasce alla fine degli anni 80 quasi per caso. Qualcuno dona al San Raffaele Viterbo un cavallo, che suscita tale entusiasmo da decidere di avviare una vera e propria attività equestre.

La città dentro l’istituto.
Il primo direttore della struttura Franco Di Marco convinto della necessità del reinserimento sociale dei ragazzi-pazienti del San Raffaele Viterbo, tenta di portarli fuori dall’”Istituto”, ma il mondo esterno li accoglie con estrema diffidenza. Con una geniale intuizione decide di fare il contrario: far entrare la città nell’istituto. Per far questo utilizza i cavalli. Apre il maneggio ai giovani di Viterbo e permette loro di frequentarlo gratuitamente per imparare ad andare a cavallo: la loro presenza e amicizia per i pazienti del San Raffaele Viterbo in cambio delle lezioni di equitazione. All’inizio con la solita diffidenza, poi con fiducia, quindi con entusiasmo. I risultati sono stati evidenti sin da subito. Ben presto ragazzi esterni ed interni formano un gruppo affiatato che condivide oltre al lavoro e all’amicizia anche un obiettivo comune e non agonistico: eseguire il carosello.

I ragazzi del San Raffaele Viterbo nel mondo esterno.
E questa è la magia: la sua idea è vincente. Partecipando alle trasferte per il carosello i ragazzi del San Raffaele Viterbo sono invitati all’esterno, nel mondo di tutti e finalmente accettati e ammirati come esperti protagonisti per ciò che sanno fare. Infatti chi entra a far parte del gruppo del Carosello ha raggiunto un buon livello sia dal punto di vista della tecnica equestre ma anche dell’autonomia personale.
I ragazzi del San Raffaele Viterbo debuttano con il primo Carosello in occasione della Fiera Internazionale Tuscia Cavalli a Viterbo nel luglio del 1990 con le figure accompagnate dalla musica “The power of love”. Il successo è tale che da allora i ragazzi sono invitati a partecipare a molti altri eventi legati al mondo del cavallo e della disabilità in tutta Italia.

Il San Raffaele Viterbo e la San Raffaele S.p.A.
Nel 2003 il San Raffaele Viterbo (già Villa Buon Respiro) entra a far parte dell’Azienda Sanitaria San Raffaele S.p.A. che intuendo il valore etico e scientifico della Riabilitazione equestre, si dedica al suo sviluppo ed alla sua diffusione. Le attività, il numero dei cavalli, il personale e le strutture del maneggio vengono implementate. Nel 2004 nasce l’Associazione Sportiva Dilettantistica “Amici del San Raffaele” che si affilia alla Federazione Italiana Sport Equestri come Centro Federale di Riabilitazione Equestre.
Nel 2005 si introducono altre attività come gli attacchi e l’onoterapia. Nello stesso periodo si organizzano attività di avvicinamento al cavallo per i bambini più piccoli. Nel 2007 parte il primo progetto sperimentale di ricerca sugli effetti della Riabilitazione Equestre e dell’Onoterapia sulle persone colpite da disabilità intellettiva che si conclude nel 2011 con la sua pubblicazione sulla rivista internazionale Disability and Rehabilitation. Il Centro partecipa a numerosi convegni, corsi e studi in materia di riabilitazione equestre ed onoterapia. Dal 2009 apre le sue porte nei mesi di pausa scolastica ai bambini delle scuole di Viterbo e provincia offrendo alle famiglie corsi estivi settimanali di equitazione e conoscenza della “Vita di maneggio”.
Il maneggio oggi è frequentato da tantissimi ragazzi, circa 250 in una settimana tra esterni ed interni.

La riabilitazione equestre…spiegata ai bambini

Spesso è difficile spiegare ai bambini quello che andranno a fare con il cavallo…da qui nasce l’idea di produrre un “percorso visivo” che potesse essere di aiuto.

I disegni presenti in questa pagina e il poster allegato sono stati realizzati dal Centro di Riabilitazione Equestre per il progetto FIEROBECCO – Studio multicentrico sull’applicazione della Riabilitazione Equestre in un gruppo di bambini affetti da Autismo – proposto e organizzato dalla Federazione Italiana Sport Equestri – Dipartimento Riabilitazione Equestre, dall’Istituto Superiore di Sanità, dall’Istituto Universitario di Scienze Motorie di Roma – Foro Italico e dal Centro di Referenza Nazionale per gli Interventi Assistititi con gli Animali – Ministero della Salute.

In maneggio: Programma di Lavoro

Qui per scaricare il poster sulla riabilitazione equestre

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