News > Sfatare i falsi miti sul cancro
L’informazione è la prima arma che abbiamo a disposizione per sensibilizzare la popolazione, per migliorare la conoscenza di tutti su un tema delicato come può essere quello della prevenzione dei tumori.
Fare informazione per sfatare i falsi miti: è proprio questo il quinto punto della Dichiarazione Mondiale sul Cancro. Vi sono infatti quattro principali falsi miti sulla malattia, su cui è necessario fare corretta informazione.
Primo falso mito: “è solo un problema di salute”. Le malattie tumorali non riguardano solo il malato, ma incidono profondamente a livello sociale ed economico.
Secondo falso mito: “è una malattia dei Paesi ricchi”. Coinvolge invece anche i Paesi più poveri in cui spesso non si fa prevenzione e non si può disporre delle cure adeguate.
Terzo falso mito: “è una condanna a morte”. Fortunatamente non è così. Oggi, grazie ai risultati raggiunti dalla ricerca scientifica, anche i tumori un tempo considerati incurabili possono essere curati ed esistono nuove cure sempre più efficaci.
Quarto falso mito: “è un destino”. Oggi si sa invece con certezza che circa un terzo dei tumori più comuni può essere prevenuto attraverso semplici regole di vita e abitudini alimentari corrette.
Proprio per porre l’accento su questi aspetti il San Raffaele Cassino, in collaborazione con l’AIRC, ha partecipato al Convegno sulla prevenzione oncologica dal titolo “Sfatiamo il mito”, che si è tenuto venerdì 7 novembre alle ore 17.30 presso la Sala Polivalente del Comune di Sant’Elia Fiumerapido.
Tra i relatori il Dott. Girolamo Del Monte, primario dell’Hospice San Raffaele di Cassino, che ha trattato il tema “Cancro: cosa si può fare oggi”.
Il San Raffaele Cassino ha voluto dare il suo patrocinio e ha voluto assicurare la sua presenza istituzionale al fine di promuovere la maggiore informazione ai cittadini su una patologia devastante ma che può essere controllata ed in una stragrande maggioranza dei casi totalmente annullata.
«L’informazione», ha dichiarato il Direttore Medico Scientifico del SR Cassino, Prof. Luigi Di Cioccio, «deve essere la più capillare possibile e deve raggiungere i cittadini all’interno delle loro comunità soprattutto per i programmi di prevenzione, di educazione ai corretti stili di vita, e di formazione per conoscere i sintomi ed i segnali di allarme delle varie malattie».