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Sonno, insonnia, sonnolenza e sogni

19 Febbraio 2007

Prof. Barbanti, che cos’è il sonno?
È una fase essenziale della nostra giornata durante la quale non siamo coscienti ma siamo comunque vigili. Ciò significa che siamo in grado di avere inconsciamente un minimo di interazione con l’ambiente (pensiamo cosa accade se tocchiamo una persona mentre dorme: si girerà dall’altra parte, dimostrando quindi di avere un certo rapporto con l’ambiente, ma senza rendersene conto). Il sonno si articola in varie fasi che si susseguono ogni 60-90 minuti per 4-6 volte a notte ed hanno un aspetto caratteristico se sottoposti ad elettroencefalogramma. Schematicamente si distingue un sonno non REM (sonno quieto) ed un sonno REM (sonno attivo).
Perché capita di essere sonnolenti?
C’è un fenomeno ben studiato chiamato eccessiva sonnolenza diurna. E’ importantissimo perché causa spesso di incidenti e la prima causa è la deprivazione di sonno. E’ stato dimostrato che gli americani dormono 1.5 ore in meno a notte rispetto a 100 anni fa. Si è appurato anche che la catastrofe ambientale di Bophal in India e quella di Chernobyl nell’ex URSS sono stati causati da colpi di sonno degli addetti (fatto che è stato scientificamente dimostrato e pubblicato). In Europa circa il 15% dei soggetti ha una eccessiva sonnolenza diurna, cioè tende ad assopirsi in condizioni di ozio (TV, code stradali ecc). Le cause sono varie, essendo ovviamente implicati anche i farmaci. Ma anche il cattivo sonno notturno ne può essere la causa. Ed esistono svariati e bizzarri disturbi del sonno non assolutamente rari quale la sindrome delle gambe senza riposo che possono indurre di riflesso sonnolenza diurna.
E la “pennichella” fa bene?
Per chi soffra di insonnia la pennichella non è salutare. Diverso è il caso dell’individuo non insonne. In questo caso un moderato riposo pomeridiano consente non solo di recuperare in parte la quota di sonno notturno del quale per vari motivi si è deprivato, ma perché rappresenta una pausa importante dallo stress. La pennichella è un problema vecchio come il mondo, si pensi che già Aristotele sosteneva che dopo mangiato fosse naturale dormire perché il cibo “produce calore e quindi sonnolenza”. La pennichella inoltre fa spesso male a chi soffre di emicrania, perché una pausa sonno insolita può scatenargli l’attacco.
Perché dormiamo?
Il sonno non è solo relax, come potremmo pensare, ma è anche un fenomeno attivo, con diverse conseguenze:
• recupero: nel sonno non-REM recupererebbe infatti l’organismo; nel sonno REM recupererebbe invece il tessuto cerebrale. Durante il sonno vengono prodotti ormoni anabolici e quindi “costruttivi” (ormone della crescita e testosterone ad es) e diminuisce la produzione di ormoni catabolici e quindi “distruttivi”, come ad esempio il cortisolo. Quindi, durante il sonno REM, di cui è molto ricco il sonno del bambino, verrebbero prodotte proteine importanti per lo sviluppo stesso del cervello. (Il sonno serve anche a crescere bene).
• rafforzamento della memoria: Il sonno REM favorirebbe il consolidamento della memoria, eliminando i dati inutili.
• integrità delle reti neuronali: il sonno sarebbe importante per tenere stimolate le sinapsi (cioè i circuiti) non “sfruttati” durante la veglia. Funzionerebbe quindi come una sorta di allenamento differenziato, complementare all’attività del cervello “da sveglio”.
Conosciamo qualcosa del sonno degli animali?
Anche negli altri mammiferi è stato individuato un sonno REM ed un sonno non-REM. Il delfino è stato particolarmente studiato e si è visto che durante il sonno una metà del cervello dorme, cioè ha un elettroencefalogramma tipico del sonno, mentre l’atra metà è come fosse sveglia, cioè ha il ritmo tipico dello stato di veglia. Questo riflette il fatto che mentre dormiamo abbiamo comunque come un occhio vigile su ciò che ci circonda.
E’ interessante notare che qualcosa di simile al sonno possa essere addirittura presente in alcune piante. Le piante eliotrope (che si chiudono di notte e si aprono con la luce) in realtà hanno anch’esse una sorta di ritmo sonno-veglia di 24 ore indipendente dalla luce perché si schiudono a orari determinati anche se tenute all’oscuro!
Quante persone soffrono di insonnia?
Insonnia non vuol dire non dormire bene di tanto in tanto. Occorre che la persona non dorma bene da almeno 1 mese, la maggior parte dei giorni e che ciò si ripercuota sul piano pratico nella vita di tutti i giorni e sul piano emotivo. Le statistiche sono varie ma tendono a indicare che nell’adulto la percentuale media è del 15% dei soggetti, in particolare le donne, gli anziani, i depressi e le persone a basso reddito e con minore istruzione: Nei soggetti anziani la percentuale sale addirittura al 30% ed è anche associata a condizioni di salute precarie.
In quali momenti della giornata siamo più sonnolenti?
I momenti più critici sono tra le 03:00 e le 05:00 e tra le 15:00 e le 17:00. Ciò spiega anche la grande incidenza di incidenti stradali mortali in quelle ore della notte. Questa ciclicità è dovuta ai nostri bioritmi, scanditi dal nucleo soprachiasmatico dell’ipotalamo.
Quanto dovremmo dormire?
La necessità per l’adulto è di 7-8 ore. Dormire meno aumenta il rischio di malattie cardiache ed anche di tumore. Ma è stato anche dimostrato che l’efficienza si riduce se si dorme eccessivamente e addirittura talvolta questi soggetti possono apparire più stancabili ed irritabili. Anzi si è visto che i lunghi dormitori dormono sì a lungo ma trascorrono meno tempo nelle fasi 3 e 4 del sonno, quelle più profonde. Nell’anziano il sonno tende a essere meno ristoratore in quanto non si riesce più a raggiungere gli stadi più profondi del sonno.
In quale momento sogniamo e a cosa servono i sogni?
I sogni avvengono solitamente al risveglio dal sonno REM ed in piccola parte al risveglio del sonno non REM. I sogni della fase REM sono più bizzarri, fantastici e creativi, mentre quelli della fase non REM sono più razionali. Si ritiene che il sogno sia il risultato della ristrutturazione e della re-interpretazione dei dati che abbiamo in memoria. Altri hanno invece suggerito che il sogno serve a eliminare le informazioni superflue dal cervello.

                                                                                  S.Pi.