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Strategie riabilitative nelle diverse forme di patologia dello spettro autistico: implicazioni cliniche e di ricerca nel lavoro con i bambini. Le funzioni esecutive in età evolutiva: dalla valutazione al trattamento.

6 Dicembre 2017

Il 13 e 14 dicembre due giornate formative al San Raffaele di via di Val Cannuta 

Si manifestano già nella primissima infanzia, e i problemi che comportano accompagnano l’individuo lungo tutto l’arco della vita. Si tratta dei Disturbi dello Spettro Autistico, per i quali non esistono ad oggi cure definitive, ma che possono essere trattati con terapie ad hoc, tanto più efficaci quanto più tempestivamente è stato preso in carico il soggetto che ne è affetto.

«Le conoscenze sull’autismo», spiega la Dott.ssa Costanza Levi, Neuropsichiatra Infantile, Responsabile Medico del Servizio di Riabilitazione Ambulatoriale Pediatrico  (ex art. 26) IRCCS San Raffaele Pisana – Roma, «sono in continua evoluzione, anche se numerosi aspetti di questo disturbo non sono ancora del tutto chiari. Le recenti statistiche sull’incidenza dell’autismo elaborate dal Centers for Disease Control and Prevention (CDC) riportano che in America un bambino su 88 ha un disturbo dello spettro autistico. Questi dati hanno mostrato un incremento di 10 volte superiore negli ultimi 40 anni. Studi accurati hanno mostrato come questo incremento possa essere solo in parte spiegato da un miglioramento nel processo diagnostico e da una maggiore conoscenza del disturbo. I disturbi dello spettro autistico interessano circa 2 milioni di individui negli Stati Uniti e decine di milioni in tutto il mondo. In Italia si registra una prevalenza di 4,5 casi per 10000 abitanti per la fascia corrispondente alla scuola elementare. Le statistiche mostrano che i tassi di incidenza sono aumentati dal 10 al 17% ogni anno».

Al fine di indagare le varie sfaccettature dei disturbi dello Spettro Autistico e delle FE (funzioni esecutive), si terranno nei giorni 13 e 14 dicembre presso il San Raffaele di via di Val Cannuta 247 due giornate di formazione. L’obiettivo sarà quello di creare uno spazio di confronto multi-professionale e multidisciplinare tra ricercatori, clinici, operatori, e responsabili dei servizi sanitari pubblici  e privati con il fine di analizzare i dati recenti presenti in letteratura e ridefinire gli interventi e i programmi educativi, per la comunicazione sociale e l’interazione, il supporto per le abilità comunicative e comportamentali.

Le funzioni (FE) sono quelle funzioni corticali superiori necessarie per il controllo e la pianificazione del comportamento dell’individuo. Sono cioè quei processi che permettono di pianificare azioni mirate al raggiungimento di un obiettivo; e sono necessarie per il monitoraggio e la modifica del proprio comportamento in caso di necessità. Parliamo quindi di attenzione, controllo degli impulsi, autoregolazione, inibizione dello stimolo distrattore, memoria di lavoro, capacità di modificare schemi operativi secondo necessità (ad esempio utilizzando i feedback ambientali), pianificazione e problem solving. Si parlerà delle tecniche di intervento nella riabilitazione dei disturbi delle funzioni esecutive, intervento mirato ad incrementare i processi cognitivi relativi alle funzioni esecutive e focalizzato su diversi livelli di elaborazione delle informazioni: attenzione e inibizione, memoria, capacità di regolazione e meccanismi di controllo. 

«Durante il corso», continua la Dott.ssa Levi, «avverrà la presentazione dei modelli teorici e pratici a partire dai dati sperimentali e clinici provenienti dalla psicologia e dalla neuropsicologia dello sviluppo. Verranno inoltre presentati alcuni importanti strumenti standardizzati di valutazione che testano i diversi processi cognitivi. Ci si propone di favorire l’acquisizione e lo sviluppo di tecniche di intervento nella riabilitazione finalizzate al potenziamento di abilità emergenti ed al trattamento delle abilità carenti. In questo senso si stimolerà nei partecipanti un approccio alla riabilitazione di diversi aspetti cognitivi che si possa basare sull’integrazione di differenti tecniche di intervento volte a favorire l’integrazione delle competenze stesse. Si darà ampio spazio alla discussione di casi clinici che evidenziano deficit specifici a diversi livelli dell’elaborazione delle informazioni».

Il corso si rivolge a specialisti di diverse professionalità, tra cui neuropsichiatri infantili, pediatri, medici di medicina generale, psicologi, infermieri pediatrici, educatori professionali, pedagogisti, logopedisti, terapisti della neuro e della psicomotricità dell’età evolutiva, terapisti occupazionali.

 

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