News > Tra i disturbi del movimento, i tic rappresentano l’entità più eterogenea
Tra i disturbi del movimento, i tic rappresentano l’entità più eterogenea. Consistono di movimenti coordinati, generalmente improvvisi, di breve durata, stereotipati, che si ripetono ad intensità ed intervalli variabili. Ne parliamo con il prof. Fabrizio Stocchi dell’IRCCS San Raffaele Pisana.
Come funzionano i Tic? E quanti tipi ne esistono?
Sono più spesso di tipo “clonico”, cioè rapidi e a scatto, ma talvolta possono essere più lenti e prolungati, cioè di tipo “tonico”.
Ma si possono controllare?
Rispetto agli altri disordini del movimento, i tic hanno la caratteristica di poter essere temporaneamente bloccati con uno sforzo di volontà da parte del paziente, a discapito però di una crescente tensione interna che si attenua solo con il nuovo manifestarsi del tic. Il paziente, insomma, prova una urgenza impellente di produrre il movimento, che viene temporaneamente alleviata dall’insorgere del movimento stesso. Spesso egli ammette che il tic e’ prodotto volontariamente proprio in risposta ad una incontrollabile necessità di produrlo. Il tic è quindi un movimento imitabile, riproducibile e non abnorme come altri movimenti involontari (coree, distonie mioclono ecc).
E’ vero che i tic sono collegati a problemi psicologici?
A seconda della manifestazione, i tic vengono distinti in semplici e complessi. Quelli motori semplici consistono di rapide contrazioni casuali di alcuni segmenti corporei, in particolare degli occhi e degli altri muscoli del viso, del collo e delle spalle. In contrasto, i tic motori complessi coinvolgono movimenti coordinati di più distretti muscolari, nella loro normale azione sinergica. In questo ambito, molte patologie psichiatriche possono essere associate con la presenza di tic complessi, basti pensare a comportamenti ossessivi-compulsivi, gesti osceni o mimici, atteggiamenti lesionistici, ecc. I tic di tipo vocale, anch’esse semplici o complessi, consistono nell’emissione di una grande varietà di suoni, rumori o vocaboli, fino alla possibilità ben conosciuta, anche se non così comune, della coprolalia.
Come tutte le patologie “ipercinetiche”, i tic sono usualmente aggravati da situazioni di stress sia emotivo che fisico ma a differenza degli altri anche situazioni di completo rilassamento possono determinare un peggioramento, probabilmente per il venir meno della componente di controllo volontario. Inoltre, i tic sono tra i pochi disturbi del movimento che possono persistere anche durante il sonno.
Quali sono le cause dei tic?
Le cause dei tic possono essere varie. Quelli “idiopatici” si manifestano per lo più nell’età infantile, ed in tal caso possono essere transitori (si ritiene che circa il 15% dei bambini possa presentare tic semplici) e scomparire dopo circa un anno dalla comparsa, o cronici, che invece persistono per il resto della vita.
Tra i tic idiopatici cronici complessi si distingue la “sindrome di Gilles de la Tourette”, dal nome del medico francese che la descrisse nel 1885. Si tratta di una condizione caratterizzata da incoordinazione motoria accompagnata a vocalizzazioni involontarie, ecolalia ed ecoprassia.
Quando cominicia a manifestarsi questo disturbo?
L’esordio, in genere intorno ai 7 anni di età e più frequente nei maschi (4:1 rispetto alle femmine), consiste inizialmente di tic dei muscoli mimici, soprattutto a carico degli occhi. Solo successivamente si arricchisce di tutta una costellazione di tic motori e vocali, con periodiche remissioni ed esacerbazioni a cicli di circa 6-10 settimane.
La patogenesi dei tic resta ancora incerta: l’efficacia di farmaci che bloccano i recettori dopaminergici, suggerisce una iperattività del tono dopaminergico centrale responsabile del controllo del movimento. Nel caso della sindrome di Gilles de la Tourette si e’ riscontrata un’alta incidenza di tic e comportamenti ossessivi-compulsivi nei familiari dei pazienti, ad espressione autosomica dominante con penetranza incompleta sesso specifica.
I tic possono anche essere secondari ad altre condizioni patologiche, come encefaliti (soprattutto l’encefalite letargica), stroke, intossicazioni di monossido di carbonio, neuroacantocitosi, traumi cranici, corea reumatica, o all’assunzione di alcuni farmaci (eccitanti, levodopa, neurolettici, carbamazepina, fenitoina, fenobarbitale, ecc.).
Come curare i tic?
Spesso i familiari di pazienti con tic giungono all’osservazione del neurologo solo dopo lunghi e fallimentari incontri con altri specialisti: allergologi per il continuo “fiutare”, otorinolaringoiatri per un persistente “schiarimento” di gola, oculisti per l’eccessivo ammiccamento, o psicologi e psichiatri per la presenza di più complessi disturbi comportamentali. I bambini, spesso presi di mira e derisi dai compagni, possono tendere ad isolarsi per liberare i tic, con difficoltà a concentrarsi su altri compiti. Il neurologo deve sempre valutare la presenza di altri sintomi, sia neurologici che sistemici, ed escludere la possibilità di forme secondarie.
I tic hanno spesso distinto i personaggi noti…
Tra i personaggi famosi che soffrivano o soffrono di tics ricordiamo Mozart, Sherlock Holmes, il calciatore Paul Gascoigne, il cantante Eminem ed alcuni famosi politici come Massimo D’Alema.