• Notizie

Un cavallo o un asino per curarsi meglio

15 Maggio 2013

La testimonianza del Centro di Riabilitazione Equestre di Villa Buon Respiro

Un cavallo o un asinello sono una medicina straordinaria per i bambini e gli adulti con problemi fisici o mentali. Daniela Zoppi, responsabile del Centro di Riabilitazione Equestre di Villa Buon Respiro spiega perchè questo tipo di approccio all’handicap meriterebbe molta più attenzione.

«Le terapie con gli animali rappresentano un aiuto per migliaia di pazienti che grazie a questi fedeli amici dell’uomo riescono a combattere con maggior vigore e prospettive la dura battaglia contro la malattia». «In un Paese civile non solo sarebbe auspicabile maggiore attenzione verso questo tipo di terapie ma anche un investimento economico maggiore da parte delle istituzioni pubbliche».

«Da anni ormai» ha aggiunto la Zoppi, « a Villa Buon Respiro applichiamo con successo la riabilitazione equestre per il recupero delle capacità residue dei pazienti basando il nostro lavoro su un approccio integrato alla disabilità che mira a superare ostacoli e i pregiudizi spesso legato alla diversità».

Il cavallo, grazie alla sua conformazione fisica e alla sua psicologia, è l’animale più idoneo a questo tipo di lavoro. «Quella con il cavallo», ha precisato la Zoppi,  «può essere considerata una cooterapia  rispetto alla terapia tradizionale. Mentre l’intervento tradizionale è specifico, con esso si lavora, oltre che sul muscolo, anche sull’autostima  sulla responsabilizzazione, sul rispetto delle regole e sul rapporto con l’animale. Con la sua andatura ritmica e modulabile, il suo carattere docile ma mai passivo, il cavallo si presta alla rottura degli schemi patologici: movimenti stereotipati, isolamento, rigidità posturale e aggressività».

La terapia con l’asino, invece, è più indicata per i pazienti che presentano difficoltà di relazione, attenzione, aggressività ed eccitabilità. La responsabile del Centro è stata chiara a questo proposito: “«Gli asini li utilizziamo per i pazienti più gravi, spesso aiutano a smuovere un atteggiamento di forte chiusura, pensiamo ad esempio agli autistici gravi adulti e gli anziani affetti da demenza come l’Alzheimer».