News > Un cuore che si ripara. La sfida dell’IRCCS San Raffaele Pisana all’insufficienza cardiaca riparte dalle alghe marine
L’Istituto coordina per l’Italia la sperimentazione clinica multicentrica mondiale
Sperimentazione di terapie cardiache che sfruttano la capacità del cuore di essere riparato. La sfida dell’IRCCS San Raffaele Pisana all’insufficienza cardiaca (IC) oggi riparte da qui.
La IC è una condizione cronica durante la quale il cuore non riesce a pompare il sangue attraverso il corpo in maniera adeguata, ovvero a una velocità sufficiente a preservare la qualità della vita. Una piaga della società moderna, sia in termini di salute dei cittadini che in termini economici per tutti i paesi sviluppati: circa 14 milioni di individui ne soffrono in Europa, cifra destinata ad aumentare fino a 30 milioni entro il 2020. Solo in Italia vengono segnalati oltre 170.000 nuovi casi ogni anno.
L’arma che potrebbe combatterla oggi si chiama Algisyl-LVR. Si tratta di un biopolimero derivato da alghe marine brevettato e sviluppato dalla californiana LoneStar Heart di Laguna Hills.
A coordinarne per l’Italia lo studio clinico di sperimentazione per valutarne sicurezza ed efficacia in pazienti affetti da insufficienza cardiaca avanzata è Maurizio Volterrani, Capo Dipartimento della Cardiologia Riabilitativa dell’IRCCS romano.
«L’avanzamento dell’insufficienza cardiaca», spiega Volterrani, «determina un rimodellamento patologico del cuore».
«In sostanza», puntualizza il cardiologo, «il ventricolo sinistro – principale camera di pompaggio del muscolo – inizia ad allungarsi e ad allargarsi, la parete muscolare diventa sottile e la camera perde la sua forma allungata per diventare più sferica, risultando quindi inadeguata a pompare il sangue in maniera adatta a soddisfare le esigenze del corpo».
E’ in questa fase avanzata della patologia, quando i trattamenti convenzionali, come il trapianto di cuore (laddove ci siano i donatori) o l’impianto di una pompa artificiale (non sempre possibile), non sono più praticabili, che scende in campo Algisyl-LVR. Il biopolimero auto-gelificante viene impiantato in un’unica soluzione nel ventricolo sinistro del cuore mediante un non invasivo intervento chirurgico. Una volta iniettato l’idrogel si addensa e forma dei nuclei interni di sostegno al tessuto muscolare del cuore bloccando l’avanzamento della patologia e avviandone una sorta di autoriparazione.
«Il primo paziente italiano selezionato nell’ambito di una sperimentazione clinica multicentrica mondiale», continua Volterrani, «è stato individuato e trattato presso il nostro Istituto ed operato ad agosto dal cardiochirurgo Fabio Miraldi del Policlico Umberto I».
«I risultati preliminari sono molto incoraggianti ma dobbiamo attendere un periodo più lungo e testare il device su più pazienti per raggiungere l’obiettivo. Affinchè il cuore da dilatato e, con pareti assottigliate, cominci a ritrovare tono e vigore. A recuperare forza e a sviluppare nuovi tessuti».
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