• Notizie

Un ospite della casa di cura San Raffaele Portuense

21 Ottobre 2009

E’ importante nella vita delle persone descrivere i momenti di dolore, come anche i momenti nei quali si condivide la solidarietà, l’amicizia, la confraternita.
L’amore fra gli uomini è infatti un’occasione unica per considerare meglio il senso e il valore della propria esistenza.
Dal tempo in cui mi sono trovato presso il San Raffaele Portuense, per l’amputazione all’arto sinistro, ho percepito subito un’attenzione generosa da parte dell’intera comunità che vi lavora: del Primario, dei medici, dei terapisti, degli infermieri, dei tecnici, degli impiegati, dell’aministrazione, degli operai delle pulizie, degli addetti alla cucina, del servizio religioso e perfino al servizio bar non manca mai il sorriso e una parola gradita.
Provenendo dal trauma dell’amputazione, ho qui conosciuto uomini e donne italiani, e anche di altri paesi, con problemi abbastanza gravi, simili al mio, i quali devono effettuare un periodo di recupero e terapia per riacquistare il momvimento, la parola, la memoria, l’autonomia così preziosa, e soprattutto ritrovare la fiducia in sè stessi.
Attraverso la “terapia occupazionale” presso la casa di cura San Raffaele Portuense riceviamo un grande sostegno e incitamento a saper svolgere con gradualità le azioni quotidiane basilari, con un programma di riabilitazione personalizzato, che dal mio punto di vista è efficace e positivo. Inoltre ogni giovedì pomeriggio vi è l’incontro di “gruppo psicologico”, in cui si affrontano – con il dialogo e l’ascolto – gli aspetti delicati dell’infermità e disabilità. I temi della solitudine dell’anziano, la depressione, il senso di inutilità che pervadono purtroppo spesso la nostra situazione. Però il lento, meticoloso lavoro di gruppo ci avvicina e ci offre un valido aiuto trasformando l’esperienza del comune dolore in un momento di umanità.
Ance per questo, periodicamento vengono organizzati incontri e pirccole feste, come ad esempio il “cocomero day” ad agosto, la “bruschetta day” e la “pizza con fichi day”. E’ prevista inoltre l’attività di musicoterapia, e vorrei inoltre sottolineare che sono presenti con molta disponibilità anche diversi medici alcuni stranieri che svolgono specializzazione e ricerca, come pure giovani tirocinanti per il conseguimento della laurea in Scienze Inferimeristiche.

La clinica San RAffaele Portuense esprime molto bene l’immagine di una comunità viva e autentica, che vuole portare avanti il progetto di una risposta aggiornata, competente, concreta e sensibile di fronte alla difficiel problematica della disabiltià.
Voglio esprimere e comunicare a tutti la grattudine che sento verso la Clinica, il Primario e a tutto il personale.

 

Avv. Dott. Rodrigo Jaimes Hidalgo